Sciopero generale, Sicilia in piazza manifestazioni in dieci città

Di Redazione / 12 Dicembre 2014

PALERMO, 12 DIC – Quindicimila persone, secondo gli organizzatori, in corteo a Palermo alla manifestazione di Cgil e Uil per lo sciopero nazionale contro le politiche economiche del governo di Matteo Renzi. In piazza insieme ai lavoratori ci sono anche gli studenti medi e universitari. La testa del corteo ha appena fatto ingresso in piazza Verdi, dove sono previsti i comizi dal palco del segretario regionale della Uil Claudio Barone e di Nino Baseotto della segreteria nazionale della Cgil. Sono dieci in Sicilia le città dove sono state organizzate manifestazioni: i nove capoluoghi di Provincia e Caltagirone, nel Catanese. A Palermo, mentre il corteo si muoveva lungo la via Libertà, un gruppo di musicisti della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, da mesi senza stipendio, sono saliti sul tetto del teatro Politeama, dove sono stati raggiunti dal segretario regionale della Uil Claudio Barone, dal segretario della Camera del Lavoro di Palermo Enzo Campo e da Baseotto.
 
Un gruppo di studenti e ragazzi dei centri sociali si è staccato dal corteo di Cgil e Uil e si è diretto verso la sede regionale del Pd, in via Bentivegna, a Palermo, lanciando uova e vernice rossa contro la facciata del palazzo e accendendo fumogeni. Poi il gruppo si è allontanato spontaneamente.
 
È una Sicilia allo stremo quella in cui oggi si tengono le manifestazioni organizzate da Cgil e Uil. Secondo i dati forniti dalla Cgil regionale, dal 2008 a oggi sono andati in fumo 211 mila posti di lavoro. Solo nel secondo trimestre del 2014 se ne sono persi 38 mila, 28 mila dei quali nei servizi. Il manifatturiero ha perduto il 40% della sua consistenza, gli investimenti sono calati del 15% e altrettanto i consumi. Da una regione con il 53,8% di giovani disoccupati è ripresa l’emigrazione con un ritmo di 12.500 persone l’anno. “Qui d’altronde, nonostante anche il numero impressionante di scoraggiati, quei 342 mila Neet, che non studiano né lavorano – dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, che terrà in mattinata il comizio a Siracusa – e a fronte delle politiche fallimentari del governo nazionale, la regione non è riuscita finora neanche a spendere i 342 milioni di euro di fondi europei disponibili per le politiche giovanili”.
 
Un quadro, insomma a tinte fosche, al quale si aggiungono i 70 mila disoccupati dell’edilizia, i 142 mila precari tra settori pubblici e privati, le migliaia di posti di lavoro in bilico, come quelli nei call center. “È in questo contesto – dicono alla Cgil Sicilia – che il Jobs act interviene togliendo diritti, non creando lavoro né risolvendo il problema del precariato. Mentre non si vede un barlume di politica per il Mezzogiorno che anzi – osserva Pagliaro – viene di continuo tartassato con scippi di risorse, l’ultimo quello dei fondi Pac con la legge di stabiltà, che sottrarrà alle regioni dell’obiettivo convergenza 3 miliardi”. E se si avesse qualche dubbio sulle tutele, basta guardare gli ammortizzatori sociali in deroga: lo Stato darà alla Sicilia 24 milioni (l’anno scorso ne ha attribuiti 90) quando serviranno, sempre secondo le stime della Cgil, 200 milioni Per il decreto Poletti, inoltre, verranno revocate almeno 5.000 mobilità in deroga. “Ora basta con le bugie e con le promesse al vento: il governo – conclude Pagliaro – guardi la realtà e modifichi integralmente le sue politiche economiche e anche il governo regionale si renda conto è arrivato il momento di cambiare verso e passo”.

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