Catania – Devozione, devozione e ancora fortissimamente devozione. Per chi decide di portarsi sulle spalle, per tre giorni, un cereo votivo di oltre un quintale, questa è l’unica cosa che aiuta a sopportare la fatica immane. Uomini, donne e persino anziani e ragazzini: non c’è distinzione di sesso, età o ceto sociale. Il sacrificio è grande e davanti agli occhi di “Santaituzza” sono tutti suoi fratelli. Un torcione enorme che, insieme ad altre decine di cerei, diventano quasi un fiume di fuoco per tutti coloro che li ammirano dai balconi di via Etnea. Il simbolo di un miracolo o di una grazia ricevuta con il peso della colonna di cera che, anno dopo anno, aumenta fino a raggiungere anche i 130 kg. Durante la processione, man mano che la torcia si scioglie, è sempre più difficile trasportarla. Allora ecco che diventa fondamentale la collaborazione degli accompagnatori: amici e parenti che non perdono d’occhio il devoto un solo istante. Sono loro, infatti, che gli fanno spazio tra la folla e sono sempre loro che, ad un minimo segnale di cedimento, sono pronti a prendersi questo fardello di oltre un quintale sulle spalle.
Foto di Davide Anastasi