Cresce, infatti, in tutta la Sicilia la fibrillazione di quelle amministrazioni locali e degli ospedali che si sentono penalizzati dalla “rivoluzione” voluta dall’assessore Baldo Gucciardi e dai tecnici di piazza Ottavio Ziino a Palermo.
Montano da più parti dell’Isola – da Cefalù a Ribera, da Niscemi a Catania, ma anche in altre piccole realtà locali – polemiche e proteste contro il piano di riordino che, com’è noto, recepisce il vecchio e sempre attuale decreto Balduzzi.
Il Piano ha ottenuto nei giorni scorsi l’ok da Roma, ma i contenuti, illustrati ai 18 direttori generali della Sanità siciliana (9 Asp, 3 Policlinici, 5 Ospedali e Irccs Bonino Pulejo di Messina e ai sindacati dei lavoratori, stanno scatenando un vespaio di reazioni: sono previsti tagli di pronto soccorso, ben 14 strutture dovranno chiudere battente, rifunzionalizzazione di reparti e la riduzione di posti letto in alcuni ospedali. Per non parlare della scure su 48 posti letto di Rianimazione nei quattro bacini dell’emergenza-urgenza dell’Isola.
Nei prossimi giorni, l’assessore Baldo Gucciardi, così come ha annunciato al nostro giornale incontrerà di nuovo in manager per rivedere le schede di ogni azienda dove saranno oggetto di osservazione, modifiche e correzioni e successivamente il documento finale verrà prima presentato in Commissione Sanità all’Ars e subito dopo in giunta di governo. Stando alle ultime manifestazioni che si sono svolte ieri a Cefalù e Niscemi, il percorso si preannuncia in salita: alcuni esponenti della maggioranza ma soprattutto le opposizioni annunciano barricate. Mobilitazioni e proteste sono già in corso in alcuni comuni. A Niscemi, il sindaco Franco La Rosa ha occupato il pronto soccorso dell’ospedale, trasferendo i suoi uffici nei locali come atto simbolico. A Cefalù, invece, amministratori e cittadini della cittadina normanna, dei comuni delle Madonie, già colpiti dalla chiusura di alcuni punti nascita, e del Messinese hanno organizzato assemblee per dire “no” al ridimensionamento dell’ospedale Giglio di Cefalù, che con la riforma sarà “declassato” a semplice ospedale di base. Proteste anche a Ribera, nell’Agrigentino.«Giù le mani dall’ospedale di Cefalù». Ha usato toni forti il sindaco Rosario Lapunzina parlando alla presenza di più di mille persone una seduta pubblica del consiglio comunale convocata per dire no al piano di rimodulazione. Il primo cittadino ha pure annunciato di avere parlato con l’assessore alla Salute il quale gli avrebbe detto al telefono «Ti assicuro che i reparti diventati il fiore all’occhiello del Giglio non saranno toccati. Il piano sarà rivisto».
Intanto nel corso della tarda serata, sempre di ieri, si è tenuta una riunione fiume all’Ars del gruppo del Pd che ha affrontato alla presenza dell’assessore alla Salute, Balco Gucciardi, del presidente della Commissione Sanità, Pippo Digiacomo, del vicepresidente dell’Ars, Giuseppe Lupo, dell’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici, il nuovo disegno della riorganizzazione della rete ospedaliera nell’Isola alla luce delle polemiche e delle critiche che sono finora piovute sul disegno predisposto dai tecnici dell’asessorato.
Stando ai “rumors” di Palazzo dei Normanni, sembrerebbe che qualche passo indietro potrebbe essere compiuto. Ma di questo se ne saprà di più nel corso della giornata di oggi.
Manifestazioni di protesta a Cefalù, Niscemi e Ribera. Cittadini e sindacati in rivolta