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San Martino, non solo estate: 6 cose da sapere sul patrono dei cornuti

Di Carmen Greco |

Chi era

Martino di Tours è stato un vescovo e confessore francese venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, Ortodossa e Copta. Nato nel 316 o 317 Dopo Cristo, figlio di un tribuno della legione romana, era originario della Pannonia, l’attuale Ungheria. La sua ricorrenza cade l’11 Novembre, il giorno dei suoi funerali a Tours. 

Patrono dei cornuti

Nel giorno di San Martino si beveva il vino nuovo (vino di San Martino), cominciava l’anno giudiziario, dei parlamenti e delle scuole, si svolgevano le elezioni comunali, si rinnovavano i contratti e si pagavano le locazioni. Di qui i diversi patronati attribuiti al Santo.

San Martino è il patrono di cavalieri e cavalli, dei sarti e dei mendicanti, dei poveri e dei sinistrati, dei fabbricanti di botti e degli ubriachi, degli alcolizzati guariti, dei sommelier e anche dei mariti traditi.

Il perché di quest’ultima “categoria” sarebbe dovuta al fatto che in questo periodo in tutt’Italia si svolgevano tante fiere del bestiame, e quindi animali con le corna. Ma c’è anche chi dice che il giorno – 11 novembre, e quindi 11/11 – ricorda il segno delle corna fatto con le mani. 

Altra ipotesi è quella secondo cui in questi giorni si svolgevano feste pagane (la giornata di San Martino si svolge nello stesso periodo del capodanno celtico) in cui moltissime persone – complici forse l’alcool o l’euforia – si lasciavano andare al libero amore, commettendo una serie di adulteri che finivano poi nel “dimenticatoio”, nei casi più fortunati, per il resto dell’anno.

Un’altra leggenda vuole che San Martino avesse una sorella: lui la sorvegliava sempre con attenzione per evitare che lei si concedesse ad altri uomini, ma senza particolare successo.

Ancora, un’altra versione dei fatti racconta che un soldato – folgorato dalla saggezza di San Martino – decise di vivere come lui, in meditazione e castità. Finché sua moglie non iniziò a consolarsi con altri uomini. Fu proprio il santo a parlare con il soldato, convincendolo a tornare a casa, senza fare vivere la donna nel peccato. 

San Martino e la Sicilia

Detti siciliani: “A San Martino ogni mustu diventa vinu“; “S’ammazza lu porcu e si sazza lu vinu“; “Abbagnatu nn’u muscatu“: la tradizione prevedeva un San Martino dei ricchi, che è quello dell’11 novembre, e uno dei poveri, che per festeggiare attendevano la prima Domenica successiva al giorno 11. Il San Martino dei poveri veniva festeggiato a Palermo, con il rito del biscotto di San Martino inzuppato nel vino moscato e liquoroso, il “moscato di Pantelleria” che grazie alla particolare fermentazione presentava un profumo fruttato ed un gusto dolce ed aromatico. 

Un’altra curiosa tradizione è quella che si svolge a Palazzo Adriano a Palermo. Qui si ripete una antica usanza che vede i parenti di una coppia farsi carico delle spese degli sposi novelli per la casa e il cibo utile per tutto l’anno. Si prevede anche che durante le ore della mattina, alcuni bambini sfilino per le strade del paese, portando ceste piene degli squisiti “pani di San Martino”. Ai genitori dello sposo spetta in questa occasione regalare ”u quadaruni”, cioè la grossa pentola di rame e, a quelli della sposa “a brascera”, cioè il braciere di rame che serve a riscaldare la casa nei mesi invernali. 

A Messina e più precisamente a Mongiuffi Melia, sul versante ionico, si svolge la tradizionale Sagra “Odori e Sapori della Valle del Ghiodaro”. Sempre a Messina nella frazione San Martino del comune di Spadafora si festeggia San Martino santo Patrono del borgo. 

Il vino di San Martino

San Martino è collegato al settore viti-vinicolo in quanto protettore di vendemmiatori, dei viticoltori, ma anche dei consumatori di vino. Tra i tanti miracoli a lui attribuiti va ricordato l’aver favorito, da poca uva, una grande produzione di vino. San Martino viene tirato in ballo anche per l’uva prodotta dai tranci secondari della vite  che maturano tardivamente l’uva di San Martino, che di solito veniva raccolta dai dipendenti delle aziende per prodursi un vino di bassa gradazione da consumarsi prima dei grandi caldi.

La poesia di Carducci

Chi a scuola non ha mai studiato “San Martino”, la poesia di Giosuè Carducci? Inserita nella raccolta “Rime nuove”, fu scritta dall’autore toscano l’8 dicembre del 1883. 

Primo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura nel 1906, antimonarchico, secondo alcuni critici Carducci avrebbe tratto ispirazione da una poesia di Ippolito Nievo, “vecchia” di 25 anni prima, nella quale si ritrovano immagini come la nebbia, i colli, i mare, il vespero rosseggiare riprese nel testo di Carducci. La lirica è tornata curiosamente alla ribalta nel ’97, quando Fiorello, allora re del Karaoke, ne fece una versione cantata.   

San Martino

Carducci: 

“La nebbia a gl’irti collipiovigginando sale,e sotto il maestraleurla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgodal ribollir de’ tiniva l’aspro odor dei vinil’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesilo spiedo scoppiettandosta il cacciator fischiandosu l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubistormi d’uccelli neri,com’esuli pensieri,nel vespero migrar”.

L’estate di San Martino: arriva anche quest’anno

E’ famoso l’episodio di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Subito dopo, secondo la leggenda apparve il sole. Da allora, ogni anno arriva l’estate di San Martino, giorni tradizionalmente con un clima più mite. 

E secondo le previsioni arriverà anche quet’anno, probabilmente con un giorno di ritardo visto che sabato 10 e domenica 11 novembre il meteo porta piogge anche abbondanti in Sicilia, ma dopo si dovrebbe aprire una lunga fase mite e soleggiata favorita dall’alta pressione. Ci aspettiamo quindi tempo molto stabile e soleggiato per tanti giorni su praticamente tutta la Penisola. Questa particolare condizione meteorologica prende il nome di Estate di San Martino, per sottolineare un periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo e le piogge, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore quasi estivo.

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