Una passione di lunga data per il giovane siciliano: «A 10 anni ho convinto i miei genitori – il papà infermiere e la mamma casalinga, totalmente digiuni di informatica – a comprarmi un computer. Sono stato uno dei primi, se non il primo, a possedere il pc nel mio paese». Complice di ciò, anche una buona dose di sana invidia nei confronti del cugino, che invece il computer lo aveva già: «Andavo spesso a casa di mio zio e di mio cugino a giocare e mi stupiva vedere cosa poteva fare lui con il pc: inserendo dei comandi con la tastiera, riusciva ad avviare giochi ed applicazioni e a scrivere al computer».
Salvatore Aranzulla diventa ben presto un esperto di computer e un punto di riferimento per gli amici che, man mano, si informatizzano anch’essi: «All’età di 12 anni ho cominciato a sviluppare questo sito internet, aranzulla.it, che aveva un semplice obiettivo: rispondere alle domande che mi ponevano i miei amici sull’informatica. Io avevo già cominciato a imparare come riparare il computer, come risolvere i problemi, come utilizzarlo al meglio. Ai tempi i pc erano più instabili di adesso: spesso il computer si bloccava e dovevo trovare da solo un modo per sbloccarlo. Ho avuto poi l’idea di raccogliere le risposte che davo ai miei amici in un sito internet, con l’obiettivo di rendere accessibili le risposte anche ad altre persone che potevano incappare nello stesso problema. Nel corso degli anni, questo sito internet è cresciuto, fino a quando ho stipulato una partnership con il portale Virgilio.it e, negli anni, si è trasformato a tutti gli effetti in un lavoro. Quest’anno ho fatto un accordo con il Messaggero, abbandonando Virgilio. Oggi il mio è il primo sito in ambito tecnologico, nel senso che in Italia ho una quota di mercato del 38,5%; il mio sito oscilla tra il 22esimo e il 25esimo posto in assoluto. Parliamo di 13 milioni di visite al mese».
Un talento che si è fatto conoscere da subito: già a 12 anni Salvatore Aranzulla ha infatti scoperto falle in siti come Microsft, Google, Poste italiane: «Quando cominciai a pubblicare il mio sito internet, sono stato oggetto di attacchi informatici. Iniziai quindi ad approfondire la tematica della sicurezza e, applicando le conoscenze per proteggere il mio sito, ho scoperto falle in siti come Google, Yahoo, Poste italiane. Le ho segnalate a questi servizi che, in pochissime ore, le hanno corrette e mi hanno ringraziato di volta in volta”.
Un ragazzino sveglio, dunque, appassionato di computer, che da autodidatta risolve i problemi del suo pc: «Il passaggio chiave è stato qualche anno dopo l’accesso a internet, dove potevo trovare come risolvere alcuni problemi troppo complessi per me».
Dopo il liceo, Salvatore Aranzulla si trasferisce alla Bocconi di Milano per studiare. Informatica? No, Economia aziendale e management: «Il sito internet nel corso degli anni si era strutturato come un’azienda a tutti gli effetti e volevo approfondire le tematiche relative alla gestione di un’impresa». Azienda che, così come è adesso, è stata organizzata qualche anno fa: «Durante gli studi all’università continuavo a lavorare – spiega infatti Aranzulla -, ma ero solo io che curavo tutto. Adesso invece ci sono io che coordino, due collaboratori esterni editoriali che scrivono in maniera costante e due sviluppatori tecnici esterni coinvolti all’occorrenza». Impresa con un fatturato di tutto rispetto: «Abbiamo chiuso lo scorso anno con un milione e trecentomila euro».
Una passione trasformata in lavoro che in Aranzulla convive con un’altra, mettendo insieme i due aspetti della realtà: quello virtuale e quello reale. La passione è quella per la pasticceria: «In questi ultimi anni ho studiato alla scuola dello chef Gualtiero Marchesi. Si tratta di un’attività completamente diversa dall’informatica, dove i contenuti prodotti e sviluppati sono intangibili. Nel caso della pasticceria, invece, la cosa che mi ha colpito è il contatto fisico con le materie prime, cioè il fatto di potere partire da alcuni ingredienti di base, riuscire a toccarli e assemblarli in un prodotto finito”.
Progetti? «Attualmente sto cercando di migliorare sempre più la qualità del mio sito. Nei prossimi 7 mesi saremo impegnati ad aggiornare più di 1.500 articoli, quelli più letti, con l’obiettivo di fornire il contenuto di massima qualità all’utente». Infatti, l’informatica è una materia in continuo divenire: così «spesso i contenuti che pubblichiamo diventano obsoleti nel giro di pochi mesi». Un lavoro che può essere svolto in qualunque posto del mondo: basta avere un computer e una connessione internet: questo consente a Salvatore Aranzulla di trascorrere in Sicilia una media di 5 mesi all’anno.
Un successo che, per il giovane siciliano, è frutto, oltre che di un controllo continuo e «maniacale» della qualità, anche del fatto che «riesco a fornire una risposta chiara e semplice ai problemi in cui gli italiani incappano usando il pc, nel senso che gli articoli sono scritti in un linguaggio semplicissimo utilizzando anche moltissime foto. Quindi il procedimento che io pubblico risulta eseguibile da chiunque, a prescindere dal grado di conoscenza di ciascuno».
Per il giovane Salvatore Aranzulla, internet «apre moltissime opportunità: è uno strumento su cui studiare e provare a realizzare idee imprenditoriali, un po’ come ho fatto io».
Una passione suscitata anche dall’opportunità di raggiungere altre persone tramite il computer: «Avevo tra l’altro messo un contatore per le statistiche sul mio sito e rimanevo stupito dal fatto che le visite crescessero, dal fatto che i miei contenuti venissero letti da altre persone. Era una cosa che mi incuriosiva: di fatto abitavo a Mirabella, che è un piccolo paese con poche opportunità, ma col computer potevo mettermi in contatto con tutto il mondo. Tra l’altro, proprio in quegli anni cominciavano a diffondersi le primissime chat in Italia e io riuscivo da casa mia a chattare, quindi a parlare con altre persone. E questo mi stupiva. Tra l’altro, con molte delle persone conosciute virtualmente all’epoca, ci siamo poi incontrati di persona e siamo diventati amici: erano i pionieri di internet in Italia, quindi persone con cui condividevamo un interesse forte». Nessuna delusione, quindi, nel passaggio dal virtuale al reale, in questo caso: «Oggi tutti usano i social, ai tempi invece chi li utilizzava erano persone di grandissima competenza tecnica».