CATANIA – Salta l’audizione prevista il prossimo 15 marzo dell’Antimafia a Catania, sull’emergenza criminalità organizzata nel mercato ortofrutticolo di Vittoria e salta anche il co-presidente del Comitato Sport e mafia della Commissione. E’ la protesta di Angelo Attaguile, segretario dell’Antimafia, dopo, spiega il parlamentare di ‘Noi con Salvinì la decisione della presidente Rosy Bindi di “sconvolgere il calendario» della Commissione «annullando la visita a Catania e ritenendo, invece, mercoledì di dover audire il legale di fiducia del presidente della Juventus Andrea Agnelli». Lascia il ruolo di co-presidente, ma non il Comitato né la segreteria della Commissione.
«Con amarezza – scrive nella lettera inviata alla presidente Bindi – debbo prendere atto che Ella ha deciso di stravolgere quanto convenuto durante i lavori dell’Ufficio di Presidenza, annullando la visita a Catania e ritenendo, invece, mercoledì di dover audire il legale di fiducia del presidente della Juventus Andrea Agnelli. Questo improvviso cambiamento di programma – sottolinea Attaguile – è avvenuto dopo l’audizione di ieri del procuratore federale della Figc, prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha parlato lungamente della Juventus, chiedendo di secretare i verbali contenenti le sue dichiarazioni».
Il parlamentare di ‘Noi con Salvinì si dice «amareggiato, poiché – osserva – l’improvvisa audizione dell’avvocato di fiducia del presidente Agnelli non rappresenta una priorità rispetto alla missione catanese già concordata: la legge, anche quella sportiva, deve essere uguale per tutti».
Ieri davanti al Comitato sport e mafia il prefetto Pecoraro aveva parlato anche del Calcio Catania, società della quale Attaguile è stato presidente dal 1987 al 1990, annunciando che la Procura federale ha «aperto un procedimento perché vi è stata l’autorizzazione al minuto di raccoglimento da parte della Lega Pro» durante la partita al Massimino col Matera, del 2 febbraio scorso, per «il noto pregiudicato e ultras Ciccio Famoso». Una definizione contestata da Attaguile che invece lo ritiene «un super tifoso innamorato del nostro Catania, che ho conosciuto durante la presidenza del club etneo, persona che dedicava tanto entusiasmo ai colori rossazzurri». E la giustizia sportiva, rassicura tifosi e società, non colpirà il Catania, retrocesso dalla Serie B, con una pesante penalizzazione, dopo l’inchiesta ‘Treni del gol’ su tentativi di acquistare vittorie: “l’eventuale responsabilità – spiega – sarebbe personale, quindi esclusivamente a carico del dirigente della Lega Pro che ha autorizzato il minuto di silenzio».