E’ un momento d’oro per Rosario Terranova, l’attore palermitano classe 1975 che abbiamo visto in Maltese. Il romanzo del commissario, la mini serie diretta da Gianluca Maria Tavarelli in cui ha interpretato Ernesto Lo Giudice, U Cunigghiu, e che dal 18 maggio è sul grande schermo in Sicilian Ghost Story il nuovo film dei registi palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza chiamati ad aprire la Semaine de la critique a Cannes.
Maltese, la mini serie firmata da Tavarelli e prodotta da Palomar, che ha registrato ascolti da capogiro (dai 7.433.000 spettatori con uno share pari al 30.26% per la prima puntata, ai 6.226.000 spettatori con uno share del 26.5% della terza puntata) è stato un punto di svolta per Rosario Terranova che, dopo una carriera sempre in salita vissuta tra i palcoscenici d’Italia, e tante piccole parti in film e fiction tv, ha finalmente ottenuto un ruolo da comprimario, condiviso con agli altri attori della squadra di poliziotti che hanno affiancato Kim Rossi Stuart nel corso delle quattro puntate: Alessandro Schiavo, Antonio Milo e Marco Leonardi.
Rosario Terranova è ‘U cunigghhiu in “Maltese. Il romanzo del commissario”
«Tavarelli è riuscito a misurarmi – dice Terranova – perché sarebbe bastato poco per far diventare U Cunigghiu una macchietta. In questa mini serie Tavarelli ha voluto far uscire il lato umano dei personaggi: i poliziotti non erano supereroi palestrati, ma persone vere. Eravamo come i poliziotti di quegli anni, padri di famiglia con la pancia, e neanche troppo belli. Lavorare a questo progetto è stata un’esperienza straordinaria, anzitutto a livello umano. Ho conosciuto Gianluca Maria Tavarelli sul set de Il Giovane Montalbano (la seconda serie, in cui Terranova ha partecipato a un episodio nei panni di Vincenzo Padalino), e mi ha subito colpito per la sua dedizione nel dirigere gli attori, riesce a ottenere ciò che vuole dando piccole indicazioni ma lasciando, al tempo stesso, piena libertà, soprattutto d’espressione. E’ stato proprio il personaggio di Pedalino ad ispirare Tavarelli per la creazione di u Cunigghiu».
Rosario Terranova descrive i cinque mesi vissuti sul set di Maltese. Il romanzo del commissario come un’esperienza costruttiva e serena, grazie anche a un gruppo di lavoro molto affiatato.
«Quando si spegneva la macchina da presa – continua sorridendo -, la squadra che avete visto nella serie tv continuava ad esistere nella vita reale, solo che non avevamo la pistola nella fondina ed eravamo un po’ meno anni 70. Durante la preparazione dei personaggi ricordo che studiavamo le foto d’epoca, per carpire quei dettagli che abbiamo poi riprodotto nei personaggi, e mi sono emozionato quando mi è capitata tra le mani la foto dello zio Cesare (il magistrato Cesare Terranova ucciso a Palermo in un agguato mafioso nel 1979, nda). Non nego che io ho preso spunto da uno degli uomini della sua scorta. E’ il mio personale omaggio. Ai tempi dell’agguato io avevo solo 4 anni, ma ricordo bene il trambusto di quei giorni…».
A meno che non si decida di girare un sequel, quella di Maltese. Il romanzo del commissario sembra un’esperienza conclusa, ma Rosario Terranova dal 18 maggio è sul grande schermo, questa volta in un ruolo da “cattivo”. Dopo aver lavorato per registi del calibro di Leonardo Pieraccioni, Alessandro Siani e Carlo Vanzina, Terranova è stato scelto da una delle coppie più promettenti del cinema italiano, e da giovedì 18 maggio lo vediamo in Sicilian Ghost Story dei palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, chiamati ad aprire la Semaine de la critique a Cannes.
«Nel film di Grassadonia e Piazza sarò più che cattivo – anticipa Terranova – , il mio personaggio si chiama Scannacristiani, ed è il capo dei cattivi, un uomo che non parla mai, ma si interfaccia con un bambino». Il film mischia la realtà storica del tragico rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino, che fu rapito a 13 anni e detenuto quasi in schiavitù per due anni prima di essere strangolato e poi sciolto nell’acido, e la fiction inserendo il rapporto inscindibile, neanche dopo la morte, con Luna, amica del cuore di Giuseppe. «Sicilian Ghost story per me è un film bellissimo – prosegue Terranova -, mi è piaciuto molto soprattutto perché, a differenza dei soliti film, non è una storia di mafia nuda e cruda, piuttosto è il racconto fantasy del mondo degli orchi, visto con gli occhi di un bambino. E’ stata la mia prima volta sul set al fianco di un bambino, e devo ammettere che non è stato facile».
Non solo tv e cinema nella vita di Rosario Terranova, ma anche teatro. Perché è dalle tavole di un palcoscenico che ha preso il via la sua vita artistica, tenuta a battesimo dal compianto Pippo Spicuzza. Dopo aver lavorato per anni con Il Gruppetto (la formazione di teatro comico che lo vedeva insieme a Giuseppe Sorgi, Giorgia Lo Grasso ed Emanuele D’Antoni), nel 2011 è stata la volta di Rinaldo in Campo, la commedia musicale di Garinei e Giovannini ripresa da Massimo Romeo Piparo che lo ha scelto per il ruolo di Prorunasu, quello che nel 1962, nella messinscena con Domenico Modugno, fu di Franco Franchi. Il prossimo spettacolo teatrale di Rosario Terranova sarà incentrato proprio su Franco Franchi, l’attore di origini palermitane che insieme a Ciccio Ingrassia ha formato la coppia comica entrata nella storia del cinema italiano, come omaggio all’artista a 25 anni dalla scomparsa.
Terranova al centro del Il gruppetto
«Sarà uno spettacolo musical teatrale dedicato a Franco Franchi, ma non l’attore comico che tutti conoscono – spiega Terranova -, semmai il cantante, quello meno conosciuto. Franco Franchi amava cantare e nel corso della sua vita ha scritto più di 70 canzoni, come la famosa Sono l’ultimo dei belli che interpretò sul palco dell’Ariston, al Festival di Sanremo. Questo è un aspetto di Franco Franchi che mi ha sempre affascinato, così ho scritto un racconto della sua vita attraverso le sue canzoni. Conto di debuttare entro la fine dell’anno, e mi piacerebbe poterlo fare a Palermo, la nostra città».
Terranova, a sinistra, ne “Il Rinaldo in campo” versione 2012
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