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Romeo e Giulietta in siciliano al Brancati per una poetica universale
Catania – La storia d’amore più celebre e amata di tutti i tempi attraversa i secoli, cambia panorama, cultura e lingua pur mantenendo l’universalità della sua poetica. Al Teatro Brancati di Catania, nell’ambito della Stagione impaginata dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, debutta giovedì 11 aprile ore 21 (repliche fino al 5 maggio) la pièce Romeo Q Giulietta. A firmare la regia del testo, tratto da Shakespeare e traslato in lingua siciliana da Alessio Patti, è la regista catanese Francesca Ferro che ne ha curato anche l’adattamento, portando nella storia narrata dal Bardo la passione sanguigna di un’odierna città del Sud Italia. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale in collaborazione con Teatro Mobile di Catania, vanta le musiche di Massimiliano Pace e i costumi di Giusi Gizzo.
A dare volto e voce ai personaggi della storia di Romeo e Giulietta, un nutrito cast che, oltre alla partecipazione di Guia Jelo, annovera Adriano Aiello, Giovanni Arezzo, Francesco Maria Attardi, Verdiana Barbagallo, Giuseppe Cosentino, Marco Fontanarosa, Domenico Gennaro, Loredana Marino, Giovanni Maugeri Mario Opinato, Maria Chiara Pappalardo, Pasquale Platania e Renny Zapato. I personaggi vivono una città in dissesto, senza legge, in cui i conti fra le fazioni avverse vengono regolati da un potere criminale al vertice che decide sulla vita e sulla morte, questo tragico scenario. Avvolto nelle tenebre è la tomba dei diritti dell’uomo ma che l’amore, ancora una volta, riporterà in vita.
«La poetica di Shakespeare – spiega Francesca Ferro – si dimostra universale, la lingua siciliana dona vitalità e colore ai protagonisti che non sembrano mai stati così veri. Non serve chiudere gli occhi e immaginare, per riportare in vita questa storia, basta tenerli bene aperti, guardandosi intorno. Percorrendo alcuni dei quartieri più popolari e disagiati di qualunque città, è possibile incrociare rappresentanti della famiglia Montecchi: c’è Benvolio che aspetta con ansia Mercuzio sbucare da dietro l’angolo in preda a effetti allucinogeni di sostanze sconosciute, c’è Tebaldo in sella ad un motorino truccato che gli taglia la strada e altri due dei Capuleti che gli urlano contro. Prima ancora che il sole scompaia del tutto e la luce gialla dei lampioni si rifletta sul nero della pietra lavica, si scorgono deboli ombre femminili popolare le strade per dare il via alla compravendita: per la Nutrice, un’altra notte di lavoro è appena cominciata. E ci sarà anche un giovane che cerca di scavalcare il muro di un’abitazione, non per l’ennesimo furto in casa ma per andare dalla sua Giulietta».
Foto di Gianluigi PrimaverileCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA