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Rissa e botte a infermiere, nuova giornata da incubo al Vittorio Emanuele

Di Carmen Greco |

CATANIA – Cosa deve accadere ancora al pronto soccorso del Vittorio Emanuele perché qualcuno si decida a fare qualcosa? Chissà che l’ennesimo episodio di violenza, verificatosi ieri, riesca a non fare dormire sonni tranquilli a chi dovrebbe garantire la sicurezza di chi lavora in questo ospedale ormai terra di nessuno. Non si è trattato di una nuova aggressione ai danni di medici o personale sanitario, la vicenda è un po’ più articolata ma dà l’idea del clima che si respira nell’Azienda ospedaliera di via Plebiscito.

Ieri mattina è scoppiata una rissa tra i parenti di una degente e un infermiere. I primi hanno accusato il secondo di aver rubato una collanina d’oro che la loro congiunta portava al collo. La cosa ha fatto scoppiare – all’interno del pronto soccorso – una discussione sfociata poi nella più classica delle promesse: «Ti aspettiamo fuori». Promessa mantenuta, dal momento che l’infermiere è stato picchiato appena finito il turno di lavoro, nel cortile dell’ospedale. Lui, in effetti, la collanina l’aveva, ma avrebbe dichiarato di averla trovata nell’ambulanza che aveva portato la paziente in ospedale. In realtà la questione non è chiara e la polizia (chiamata ad intervenire) dovrebbe venire a capo della vicenda anche con l’aiuto delle immagini del circuito interno del nosocomio.

Intanto, mercoledì mattina, sono stati denunciati a piede libero, nonno e nipote, rispettivamente 79 e 27 anni, autori il giorno precedente dell’aggressione ad un medico e ad un paramedico del Pronto soccorso. Dovranno rispondere di violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.

Davanti al moltiplicarsi di episodi gravi ieri i tre direttori generali di Policlinico-Ove, Garibaldi e Cannizzaro hanno avuto un incontro col questore, mentre martedì prossimo si dovrebbe tenere un vertice allargato anche ad altre autorità per trovare una soluzione. Non è escluso anche un sopralluogo al Vittorio Emanuele.

Tra le prime azioni che già sarebbero state decise dal direttore generale dell’azienda, Paolo Cantaro, ci sarebbe anche l’attivazione di un «badge» da consegnare al paziente che arriva al Pronto soccorso, per consentirgli di essere accompagnato da un solo parente all’interno dell’«obi». Oggi Cantaro dovrebbe incontrare anche i responsabili della ditta di vigilanza per definire particolari e capire se durante queste ultime aggressioni a medici e infermieri qualcosa non ha funzionato.

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