Rischio legumi con glifosato anche in Sicilia: Coldiretti lancia l’allarme

Di Redazione / 14 Gennaio 2020

PALERMO – Tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro che si consumano in Italia sono in realtà stranieri provenienti soprattutto da Stati Uniti e Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosato secondo modalità vietate sul territorio nazionale. A denunciarlo è la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un inganno per i consumatori favorito dalla mancanza dell’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta. La crisi e le importazioni non risparmiano la Sicilia – sottolinea la Coldiretti regionale -. Il calo maggiore riguarda i fagioli.

Lo scorso anno se ne sono prodotti poco più di 1.700 quintali e solo 2.600 quintali circa di lenticchie anche se ultimamente si stanno riattivando le produzioni locali come la lenticchia nera. Per contrastare questa situazione – suggerisce Coldiretti Sicilia – si possono scegliere le produzioni dell’Isola che rappresentano la storia agricola della Regione. Dal fagiolo “badda” al cece nero fino alla lenticchia di Ustica, i legumi sono dei veri e propri scrigni di sostanze salutari. Le importazioni di legumi secchi da spacciare come nazionali – precisa la Coldiretti – hanno superato i 405 milioni di chili, con un aumento record del 46% negli ultimi dieci anni, secondo una analisi su dati Istat. Ma se si torna indietro agli anni ’60 le importazioni erano pari ad appena 4,5 milioni di chili, praticamente un centesimo di quelle attuali. Tra i paesi che esportano i loro prodotti in Italia ci sono anche il Messico, molti paesi del Medio Oriente e la Turchia attraverso la quale avvengono spesso triangolazioni. 

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