Riposto (Catania) – Possono essere scambiati facilmente per innocui funghi “mazza di tamburo” o “cappellini”, invece ce sono altamente tossici. Si tratta dei “Chlorophyllum molybdites”, molto diffusi in America, Africa e Asia, ritrovati per la prima volta in Europa dal Gruppo micologico Jonico etneo di Riposto, nel 2005, sulla spiaggia di Sant’Anna di Mascali. In dieci anni, la specie fungina velenosa si è diffusa nell’area ionico etnea, nelle zone dell’Acese e dell’Alcantara.
Alcuni giorni fa, cinque fungaoli che ne avevano raccolto diversi esemplari nelle campagne di Praiola, località balneare del Ripostese, scambiandoli per “mazza di tamburo”, dopo averli mangiati sono stati colti da disturbi gastrointestinali con dolori lancinanti allo stomaco, nausea e vomito. La comitiva è stata costretta a fare ricorso alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale Santa Marta di Acireale. «Questo è il secondo caso ufficiale, dopo quello registrato a Riposto, nel 2014 – osserva la dott. Lina Signorino, esperta in micotossicologia e componente del Gruppo micologico Jonico etneo – che mandò in ospedale due donne. Si tratta di fungo tossico, responsabile negli Usa della maggior parte delle intossicazioni fungine. Viene raccolto generalmente in autunno, in quest’ultimo caso, invece, il ritrovamento è avvenuto ad agosto». C’è un allarme per i Chlorophyllum Molybdites?
«Direi di si. Bisogna stare molto attenti – risponde l’esperta di micologia – quando si raccolgono funghi, giacché se non si è esperti molte specie fungine velenose, come i Chlorophyllum Molybdites, possono essere scambiati per “cappellini” o “mazza di tamburo” o altri funghi “buoni”. Consiglio di seguire dei corsi di micologia per conoscere le varie specie di funghi».