Catania. Non solo candidato. Ma anche dispensato dalle primarie. Rosario Crocetta, alla Festa dell’Unità di Catania, supera ogni più rosea auto-aspettativa.
Gli basta una domanda sull’ipotesi di primarie aperte a Ncd, lanciata da Davide Faraone e un po’ snobbata da Angelino Alfano, per partire in quarta. Non sull’alleanza con i centristi. Ma su Faraone, il suo dolce tormento: «Vorrei capire perché, nel caso del sindaco di Firenze, Renzi abbia escluso che si possano fare le primarie perché è uscente. Siamo a statuto speciale anche per il Pd? Se Faraone si vuole fare le primarie, se le faccia tranquillamente. Per i fatti suoi. Io sono candidato, perché le primarie le ho fatte. Le mie primarie sono l’aver portato, per la prima volta in Sicilia dal 1946, il centrosinistra a vincere le elezioni. Queste sono le più grandi primarie. Questa continua fregola di parlare di elezioni, con un presidente in carica, che è del partito a cui appartengono molti di questi già candidati alle primarie, sia sgradevole e di cattivo gusto». Togliendosi anche un sassolino sul M5s: «Il modello Sicilia io volevo farlo con i grillini puri, quelli di Roma sono tutt’altro che puri». E al referendum? «Voto sì, al di là dell’Italicum. Che comunque va cambiato».
Di “modello Nardella”, ancora non vuol sentirne parlare Fausto Raciti. Il segretario regionale del Pd resta con i piedi a terra. «Non pretendo nozze con alcuno, ma va detto che quello che si profila non è un centrodestra potabile per Ncd e Udc, un brutto film dal pessimo finale già visto», risponde ad Alfano che diceva di non essere «promesso sposo di nessuno». Ma rigetta anche lo “schema calcistico” consigliato da Pierluigi Bersani («il Pd come infrastruttura di centrosinistra e società civile»), sostenendo che «da noi lo schema vincente è stato il Pd alleato con i moderati». Ed è questo il “4-4-2” che Raciti ha in testa per le Regionali. Con le primarie? Con Crocetta candidato? «Le primarie non sono uno strumento imposto. Sono uno strumento. Crocetta legittimamente si propone, ma il Pd dovrà fare un bilancio di questi mesi. Del riordino del caos iniziale, del patto col governatore con una rappresentanza ampiamente plurale di tutte le anime del partito e dell’allargamento della maggioranza». E Renzi? «Ci aiuterà. Lo sta già facendo da premier, lo farà da segretario del partito per completare il percorso fino alle Regionali».
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