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Regione: i conti della Sicilia non tornano mai

Regione: i conti della Sicilia non tornano mai da Roma c’è l’ok, ma i sindacati dicono no

E Crocetta da una lato gioisce e dall’altra mastica amaro

Di Redazione |

PALERMO – Da un lato arrivano le rassicurazioni del governatore rosario Crocetta che garantisce che il Consiglio dei ministri non impugnerà l’esercizio provvisorio (durareà fino al 30 aprile) varato dal superassessore all’Economia Alessandro Baccei, dall’altro ci sono i sindacati – Cobas Codir, Sadirs, Siad, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Ugl e DIRSI – che respingono «con forza il testo del ddl di stabilità 2015» passando «subito alla protesta e allo sciopero» e sancendo la «rottura di tutti i sindacati confederali e autonomi con il governo regionale sul tema del pubblico impiego». La redazione del bilancio della Regione si conferma più che mai un percorso a ostacoli sempre più difficile da superare per la giunta Crocetta che ne salta uno ma inciampa sull’altro.   «Da Roma ci arriva la notizia che il bilancio provvisorio della Regione siciliana non sarà impugnato» ha detto oggi Crocetta dopo fitti colloqui con Palazzo Chigi. «Come avevo detto non c’era alcuno scontro col governo Renzi, si trattava solo di un equivoco che è stato superato alla luce dei chiarimenti che abbiamo fornito a Roma», ha aggiunto soddisfatto.   I dubbi erano emersi da una nota trasmessa alla Regione dalla ragioneria generale dello Stato che chiedeva delucidazioni sul rapporto squilibrato tra entrate e spese, dovuto, ha chiarito Palazzo d’Orleans, al fatto che il bilancio provvisorio è stato tarato su quattro mesi.   Il tempo di preparare il bilancio preventivo 2015 al quale sta lavorando Baccei ma sul quale però si addensano già mille nubi, come quella dei sindacati che hanno ribadito la data dello sciopero del 20 marzo che coinvolgerà tutte le sigle unitariamente. «Il governo regionale non ha recepito nessuna delle nostre proposte, c’è quindi la rottura di tutti i sindacati confederali e autonomi sul tema del pubblico impiego», commentano i segretari generali e di categoria della funzione pubblica di tutti i sindacati.   «Colgo con sofferenza e amarezza – ha replicato Crocetta – il fatto che le organizzazioni sindacali abbiano deciso di rompere la trattativa sulla nuova finanziaria. Il governo si è mostrato dall’inizio completamente disponibile ad accettare suggerimenti e proposte. Inspiegabilmente dopo che erano stati aperti alcuni varchi importanti per possibili mediazioni, oggi è prevalsa l’idea di respingere in toto le misure che riguardano i lavoratori, ritenendo che tutto questo vada rinviato a un disegno di legge specifico».   «Ma sono già due anni che ci sentiamo dire a ogni finanziaria che dobbiamo sempre rinviare a un ddl organico tutte le riforme – ha detto ancora il governatore – con il risultato che poi tali riforme non vengono fatte».

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