Ragusa. Si fa. Si fa. Si fa. Tre volte si fa e un “non ci scherziamo più su”, che sintetizza il pensiero di chi da decenni si batte per la realizzazione della nuova superstrada Ragusa-Catania. Un iter tormentato. Prima una lunga e vana attesa, affidata alle promesse consuete di ogni campagna elettorale e di ogni esponente politico, ma nessuna azione concreta oltre gli annunci, nessuna svolta. Poi l’intuizione che ha segnato il cambio di passo, da accreditare all’allora giovane sindaco di Ragusa, Nello Di Pasquale, che capì che per provare a mettere sul serio in moto l’idea della nuova superstrada che superasse la vecchia statale “514”, segnata da tanti incidenti mortali e assolutamente inadatta a sopportare il traffico di un’area in forte espansione economica, bisognava inventarsi qualcosa. E fu un progetto di finanza l’idea decisiva, con il coinvolgimento quasi immediato di un gruppo di imprese che mostrarono interesse ad entrare nella competizione.
Correva l’anno, si direbbe con enfasi romanzesca, 2007, mese di gennaio, giorno 10. Quasi dieci anni fa. Anni, anche questo è vero, non passati invano, ma ad ogni rinnovo di promessa dei vari governi, e nonostante fossero arrivati i soldi, dal Cipe, dalla Regione, dall’Anas e dai privati (per arrivare a quasi 900 milioni), di cantieri neanche l’ombra.
Tante perplessità, quelle sì, sulla reale utilità di una superstrada che avrebbe visto depotenziato il carico di traffico spostatosi in parte sulla Catania-Siracusa-Gela, con i lotti del Ragusano appaltati e pronti a partire. Ma, per la verità, su quei 68 chilometri ci sarebbe il traffico che esce dal mercato ortofrutticolo di Vittoria e quello dell’aeroporto di Comiso, non robetta. Ma, allora, si fa o non si fa? Le banche da tempo avevano fatto sapere che non avrebbero partecipato con le quote di finanziamento accordate dieci anni fa. L’attuale assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pistorio, ha spinto molto sia il ministro Delrio che l’Anas. Dunque? L’opera sta nel Patto per la Sicilia, ma soprattutto, ci dicono oggi i componenti storici del Comitato per la Ragusa-Catania, Salvo Ingallinera, Sebastiano Gurrieri e Roberto Sica, ormai l’iter è partito.
«L’insicurezza che è stata fatta emergere qualche giorno fa in un servizio de La Sicilia sulla procedura che sarebbe in una situazione “disperata”, con le motivazioni riportate di natura politica e tecnica, non risulta e ciò per fatti oggettivi che sono stati riportati da questo comitato alla pubblica opinione da giugno ad oggi. Infatti la Corte dei Conti sin da luglio ha acquisito il decreto interministeriale MIT/MEF che incardina la Convenzione – dopo i chiarimenti che si sono avuti al Ministero dell’Economia; fra il 10 agosto 2016 e fine agosto 2016 sono stati espletati tutti i passaggi di competenza del Ministero delle Infrastrutture per elaborare gli atti di passaggio alle fasi successive. Inoltre il 30 agosto 2016 i competenti uffici del ministero hanno assegnato ufficialmente ed in via definitiva l’opera al concessionario vincitore del progetto di finanza. Il concessionario ha già iniziato e procede alacremente alle comunicazioni, come da normativa e convenzione, del “progetto definitivo” a tutte le parti coinvolte nell’infrastruttura ed alle fase quale la “Conferenza dei Servizi” da tenersi nel territorio. Successivamente, come più volte indicato, si perverrà ai passaggi che porteranno al progetto esecutivo e l’apertura dei cantieri. Con questi dati tale accadimento avverrà non oltre il mese di giugno 2017. Quindi la Ragusa-Catania è avviata positivamente verso le fasi finali; bisogna consumare gli “atti conseguenziali” che oramai sono necessitati e obbligati».
Uno dei nodi legati al passato e al futuro per la Ragusa-Catania sta anche nel ruolo della Tecnis, l’azienda catanese che aveva molto spinto per realizzare l’opera e per ora dentro una burrasca giudiziaria. Anche qui il Comitato tranquillizza: «La Tecnis ha una consistenza dell’1% nella compagine sociale (dopo la firma della convezione a novembre 2014 le quote precedentemente detenute sono state trasferite ad altri componenti della società) e quindi alcuna influenza negativa può avere sul proseguo dell’opera. La Società Autostrada Ragusa Catania S.r.L. è detenuta – poi – per il 75% dalla Silec , per il 19% dalla MEC, per il 5% dalla Egis Project S.A.».
Insomma, chiudono, Salvo Ingallinera, Sebastiano Gurrieri e Roberto Sica, niente allarmi ingiustificati, soprattutto nessuna strumentalizzazione. La Ragusa-Catania si farà. Anzi, si fa.
San francesco award
Oggi alle ore 17 a Castel di Tusa, si svolgerà lo speciale Sicilia del prestigioso “San Francisco award”, dedicato quest’anno alla memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime di mafia. In occasione dell’anno giubilare l’ambito riconoscimento sarà consegnato anche al Presidente della Repubblica, Mattarella, a Papa Francesco e a Papa Benedetto XVI. La commissione del premio, presieduta dall’ambasciatore di Pace, Umberto Puato, presidente di CulturAmbiente, ha selezionato 12 personalità. I premiati sono: Carlo Petrini, presidente nazionale di Slow food, padre Clement Kayembe Lubombo, Maria Falcone, la Fondazione Elisabeth De Rothschild, l’editore Pietro Graus, la scrittrice Marina Romeo e il presidente Federart, Francesco Paolo Santoro, il Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il vice delegato dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, Antonio Di Janni, il presidente dell’Europetroli, Vincenzo Minardo, la docente Lucia Pinsone e il mecenate Antonio Presti. Consegnerà i premi il decano dei giornalisti parlamentari Giovanni Ciancimino.