Qualche giorno fa alcuni turisti in visita a Catania hanno inviato in redazione una nota di protesta per aver trovato un paio di domeniche addietro l’anfiteatro romano chiuso, il terzo per grandezza in Italia e l’unico conservato, anche se soltanto in parte, nel ventre della città (in nella centalissima piazza Stesicoro), sotto i palazzi barocchi. Proprio per questa particolarità un monumento unico e affascinante. Una protesta tanto più accorata in quanto negli orari indicati nel cartello turistico è prevista l’apertura domenicale. E, invece, la domenica, ormai da tempo, e anche in piena stagione turistica, l’anfiteatro è chiuso, sbarrato. E non per ignavia, o per scelta, o per arrogante indifferenza nei confronti delle esigenze del territorio. No. Il monumento è chiuso per necessità: per mancanza di personale. Lo stesso problema per cui domenica scorsa un altro gruppo di turisti non è riuscita a visitare la statua della Dea di Morgantina nel museo di Aidone. Ma come? Abbiamo fatto una battaglia per riportare la Venere di Morgantina dal museo di Los Angeles al suo luogo d’origine, cioè Aidone, c’è stato un periodo travagliato per ristrutturare adeguatamente il suo piccolo museo, e che accade dopo tutto questo? Accade che i turisti arrivano per vedere questa grande statua di 2000 anni fa e trovano il museo sbarrato. Avviene di solito la domenica, proprio il giorno giusto, quando si fanno le gite. Spiega il sindaco Enzo Lacchiano che i custodi sono pochi per cui se è aperto il sito archeologico della antica Morgantina è chiuso il museo, e se è aperto il museo resta senza custodi il sito archeologico. Se a questo si aggiunge che le strade per arrivare ad Aidone sono ancora dissestate, e in alcuni tratti sembrano bombardate, pensate un po’ a quale fatica debbono sobbarcarsi turisti e cultori d’arte per arrivare ad Aidone per poi trovare chiuso il museo. C’è dell’altro. Al celebrato museo Abatellis di Palermo non esiste l’impianto di aria condizionata e quando c’è caldo la sola cosa che si può fare è aprire le finestre. Ma anche così entra aria calda. E siccome ci sono capolavori che hanno dei secoli sulle spalle e quindi sono fragili, come l’Annunziata di Antonello da Messina e le altre sue tavole del 1400, sarebbe pure il caso di preservarli e di fare respirare i visitatori. Invece, nulla. Ma non è finita. Da tre settimane a Gela le mura di Caposoprano – una delle più eccezionali testimonianze dell’architettura militare antica sono chiuse. Ma qui non è un problema di custodi, che anzi vanno al lavoro anche se non hanno molto da fare. Perché il direttore del parco archeologico arch. Ennio Turco dice di aver disposto la chiusura al pubblico perchè gli è arrivata una relazione dei custodi circa la presenza di cani randagi che sarebbero pericolosi per l’incolumità dei visitatori. Senza contare i resti dell’antica nave greca trovata nei fondali di Gela e sulla quale si puntava per la rinascita turistica della città ma che rimangono chiuse dentro una cinquantina di casse di legno perché ancora non c’è un luogo adeguato che possa ospitarli. In qualsiasi altra parte civilizzata del mondo ci avrebbero già fatto un visitato museo. Insomma, vogliamo decidere di fare turismo sul serio?