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Quegli Stent con la scadenza taroccata

Quegli Stent con la scadenza taroccata Il Cannizzaro denunciò il caso nel 2013

E l’Azienda ospedaliera avrebbe sospeso pure un cardiologo

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Più si scava nel caso degli stent scaduti trovati nella Cardiologia del Cannizzaro e più vengono fuori elementi, che se dovessero essere confermati, sono a dir poco sconcertanti. C’è una informativa, inviata alla Procura nel marzo 2013, dalla direzione generale dell’azienda che parlerebbe di segnalazioni di presunte azioni, da parte di persone non identificate, finalizzate alla modifica dei bollini applicati sulle confezioni degli stent. In parole povere la direzione che allora aveva presentato una dettagliata denuncia alla magistratura su vari episodi, avrebbe avanzato verosimilmente anche il forte sospetto che sulle confezioni di alcuni stent qualcuno abbia tentato di modificare (non si sa se riuscendoci) forse la data di scadenza per allungare l’idoneità della protesi. Lo stesso meccanismo che è stato scoperto più volte da parte dei Nas in alcuni market dove si vendevano mozzarelle e altri generi alimentari scaduti, ma con l’etichetta taroccata. Solo che qui stiamo parlando di protesi che in alcuni casi poi sarebbero realmente finite nelle arterie di un numero imprecisato di pazienti, sembra sei perché è questo il numero delle cartelle cliniche che a febbraio sono state sequestrate dalla Procura. Sui possibili danni che queste protesi scadute avrebbero potuto causare nei pazienti non c’è alcun dato anche se l’opinione diffusa di diversi esperti è che non facciano male. Quando scoppio il clamore per l’indagine la direzione sanitaria disse che sei pazienti erano stati messi in costante monitoraggio. Sarebbero proprio quei malati ai quali c’è il forte sospetto che siano stati inseriti stent scaduti. Sino a questo momento non sarebbe emerso alcun danno a carico di questi pazienti e il decorso di tutti e sei i soggetti seguiti dopo l’inserimento delle protesi sospette sarebbe assolutamente nella norma. L’unico problema relativo alla scadenza della protesi riguarderebbe il farmaco contenuto all’interno degli stent medicali che servirebbe a eliminare o rallentare la possibilità di formazione di trombi capaci di occludere l’arteria. Resta però il fatto, come per le mozzarelle, che se un prodotto ha una sua scadenza, questo deve rispondere a precisi parametri previsti dalle norme vigenti che andrebbero applicati rigorosamente soprattutto quando si tratta di salute pubblica. In tutta questa vicenda c’è poi da prendere in considerazione l’aspetto gestionale che si riferirebbe ad episodi segnalati e verificatisi tra il 2011 e il 2012, che parlano di presunte disfunzioni nell’approvvigionamento di prodotti sanitari e dispositivi medici, con acquisti in misura non coerente con i volumi di attività e col rischio di un danno erariale per l’azienda. Intanto proprio in questi giorni in ambienti medici dell’azienda Cannizzaro si vocifera che la commissione disciplinare dell’ospedale avrebbe ultimato un procedimento avviato su richiesta delle direzioni generale e sanitaria in merito alle anomalie riscontrate in Cardiologia. La richiesta per un solo medico sarebbe di 4 mesi di sospensione. Non trapela altro in questa vicenda di cui si parla anche all’Ordine dei medici che avrebbe attivato la sua commissione interna qualora il provvedimento venga effettivamente reso esecutivo. Insomma in questa vicenda c’è di tutto e di più e i punti andrebbero chiariti anche per ristabilire rispetto nei confronti di tutti i medici del reparto che svolgono correttamente la loro opera in favore dei pazienti. La vicenda degli stent scaduti è da mesi al centro dell’attenzione pubblica. Dal 2014 anche il Codacons si occupa del caso attraverso uno dei suoi legali che ha raccolto le denunce dei pazienti facendone oggetto di un altro esposto presentato in Procura che va ad aggiungersi a quello presentato nel 2013 dalla direzione del Cannizzaro.

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