Quadranti d’architettura: una riflessione sulla ricostruzione in aree di crisi

Di Redazione / 01 Agosto 2015

Un modello esportabile: l’architettura pensata come servizio alla società e orientata dallo spirito d’integrazione. Questo il filo conduttore degli interventi al convegno “Architettura e Cooperazione” organizzato dalla Fondazione Maria Grazia Cutuli all’interno della manifestazione culturale Quadranti d’Architettura 2015, ideata dall’Associazione Spazi Contemporanei con il Comune di Pedara. «Iniziative come queste – ha dichiarato il sindaco di Pedara Antonio Fallica – nascono grazie alla sinergia tra gli Ordini professionali di architetti e ingegneri, uniti dall’obiettivo di fornire strumenti di conoscenza ai cittadini». 

Moderate da Maurizio Caudullo di In/Arch Sicilia, le sessioni dei relatori hanno esplorato gli orizzonti della ricostruzione in aree di crisi, tra tecniche innovative e approcci sociologici: «Quando ricostruisci in seguito a disastri – ha sottolineato l’architetto Mario Cutuli – l’attenzione principale deve essere alle persone, alle relazioni umane e alla società che si andrà a insediare in quegli spazi», il valore aggiunto della qualità architettonica quindi, diventa parte fondamentale di un «rinnovato senso di appartenenza a un luogo».

È la storia della scuola elementare di Herat, intitolata alla giornalista Maria Grazia Cutuli che ha perso la vita in un attentato proprio in Afghanistan nel 2001, il cui progetto e la realizzazione sono il frutto del lavoro della Fondazione che porta il suo nome e degli studi di architettura IAN+, MA0 e 2A+P: «Siamo partiti dai contenuti del lavoro di Maria Grazia, dal suo amore per quei paesaggi – ha proseguito il fratello della giornalista – abbiamo cercato di trovare soluzioni innovative per gli spazi, dove “pieni e vuoti” si alternano tra i colori del paesaggio». Un caso di successo in cui la celerità dei lavori non è andata a scapito della qualità dell’opera, superando le criticità tipiche dell’emergenza: tempestività e budget limitati.

Scenari ripercorsi anche nell’intervento di Edoardo Milesi, socio fondatore di Archos, che ha posto l’attenzione sul ruolo “umanistico” della professione, sul processo progettuale che dev’essere, in prima istanza, antropologico e sociologico. «Realtà difficili impongono scelte costruttive semplici», questa la testimonianza di Alessio Battistelli, presidente di Arcò che ha lavorato a Gaza, in territorio palestinese sotto il controllo militare israeliano, il quale ha rivendicato la sostanziale unicità dell’approccio professionale in tutti i contesti: «Cerchiamo di coniugare la sostenibilità economica sociale e ambientale, vogliamo portare la qualità laddove non esiste – ha affermato – tentiamo di semplificare al massimo le tecniche di costruzione e utilizziamo principi di architettura bioclimatica affinché le conoscenze e le competenze acquisite siano trasmissibili, in modo da rendere indipendenti le comunità».

Battute finali di questa quinta edizione di Quadranti: oggi all’Expò dalle 17.30 “Dialogo di architettura” a cura dello studio Tejedor Linares Asociados, a seguire alle 19.30, la lectio magistralis di Franco Purini. Tutto pronto per il gran finale di domani, domenica 2 agosto, a partire dalle 19 infatti, ci sarà l’assegnazione dei riconoscimenti per questa V edizione del Premio. Il concerto di chiusura è affidato a Alfio Antico che si esibirà al cortile Expò fino alle 21.00. Aperitivo e festa finale, sempre al cortile Expò chiuderanno l’evento di quest’anno.

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Tag: architettura convegno cultura pedata