Catania – E’ accaduto tutto poco dopo le 18,30, quando il premier Matteo Renzi a Catania per chiudere la Festa dell’Unità, aveva già lasciato il Giardino Bellini. Il corteo dei manifestanti, cominciato alla spicciolata a partire da Piazza Iolanda arriva a pochi passi dall’ingresso della Villa, quasi all’incrocio con via Etna. E lì esplode il caos. Qualcuno lancia un fumogeno, e poi un altro, e poi la Polizia che comincia a caricare con uno spiegamento anti-sommossa che fa da barriera al corteo. Decine di giovani, alcuni dei quali con i volti coperti da sciarpe e caschi neri,si erano poco prima lanciati contro il cordone delle forze dell’ordine. Dura tutto pochi minuti, ma la scena e l’atmosfera sono di alta tensione. Il suono delle sirene è riecheggiato in tutta la zona, mentre tra l’altro centinaia di persone defluivano dal Giardino, con gente che correva per paura o con chi si fermava con curiosità a guardare e a riprendere con i telefonini. Il corteo resterà lì ancora per qualche con un dispiegamento di forze dell’ordine che impedivano a chiunque di avvicinarlo o di attraversare la via da una parte all’altra. Alla fine vengono portate via due persone, un giovane di 21 anni e un altro di 24 del collettivo Aleph. La Polizia ha sequestrato anche manganelli, tute nere e caschi.
Una ventina di persone in serata si sono recati in Questura per esprimere solidarietà ai due fermati. In Questura arriva anche la telefonata del capo della polizia, Franco Gabrielli, che si congratula con le forze dell’ordine. Sulle contestazioni è intervenuto anche Renzi, dal palco della festa dell’Unità: «Chi fuori da qui con strumenti propri della cultura antagonista ha cercato di rovinarci la festa – commenta il premier – non rappresenta una cultura antagonista, ma è nel solco di chi ha storicamente negato alla sinistra una ragione di esistere. Quelli che contestano e spaccano tutto non hanno in testa il futuro dell’Italia».