RAGUSA – Un’arringa e una requisitoria. E’ questo l’intervento dell’avvocato Francesco Villardita, in aula, davanti al Gup di Ragusa, a difesa di Veronica Panarello, accusata di avere ucciso il figlio e di averne poi occultato il corpicino. Un ruolo da Pm per il penalista, visto che la sua assistita accusa il suocero, Andrea Stival, di avere ucciso lui il bambino per non fargli rivelare una loro presunta relazione.
L’uomo è parte civile nel processo, ma è allo stesso tempo indagato, come atto dovuto, per concorso in omicidio in un altro procedimento. Ma l’avvocato resta soprattutto il difensore di Veronica Panarello per dimostrare che non ha ucciso lei suo figlio: non ha mentito, se non quando ha collegato la morte di Loris a un incidente. La Procura, inoltre, non ha la “pistola fumante”, perché, per l’avvocato manca la prova ogni oltre ragionevole dubbio.
«Veronica Panarello non è bugiarda, non è una manipolatrice: ha effettuato, invece, un difficoltoso percorso intimo e tormentato per arrivare alla confessione della verità». Lo ha affermato l’avvocato Francesco Villardita contestando la ricostruzione della personalità della sua assistita Veronica Panarello.
Il legale ha sottolineato l’impossibilità che la donna avrebbe avuto nel trasportare il corpo di suo figlio da sola, ed ha parlato di anomalie già nel ritrovamento della salma del piccolo.
Per Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, marito dell’imputata e padre del piccolo Loris, quello tentato da Villardita è un “gioco pirotecnico”. «Ci fidiamo – ha detto l’avvocato – del lavoro dei nostri periti secondo i quali Veronica resta una manipolatrice. Sarà il giudice a definire questa situazione».