Catania – Non ce la fanno più. I produttori agrumicoli siciliani sono allo stremo. Ed è un copione già visto, che si ripete. E riparte quindi la protesta contro la caduta verticale dei prezzi nei mercati ortofrutticoli
«Nelle ultime settimane il crollo dei prezzi – dice il sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato – sta mettendo in ginocchio i produttori e la crisi rischia di diventare endemica e di causare una emergenza sociale molto vasta. Per questo sarà importante – prosegue Moscato – incontrare l’assessore regionale all’agricoltura e i sindaci delle città della fascia vocata per condividere e concertare azioni a tutela della nostra agricoltura e, inoltre, per sollecitare tutte le istituzioni ad affrontare la crisi agricola al pari di una emergenza nazionale, viste le proporzioni dei lavoratori e delle famiglie coinvolte». «Occorre una azione congiunta a livello istituzionale perché non si tratta di un problema di una singola città ma di un intero territorio e per questo riteniamo – conclude il sindaco – che sia una grande emergenza nazionale che merita risposte». L’incontro con l’assessore Edy Bandiera, ci sarà; è stato convocato per giovedì prossimo a Palermo.
Ma quali sono i principali fattori di questa ennesima crisi. Da un lato fattori come la carenza di acqua per irrigare e i virus come la Tristeza, che hanno attaccato e devastato un numero impressionante di piante di agrumi. Dall’altro c’è l’obbligo per i produttori siciliani a produrre ortofrutta a costi esorbitanti nel rispetto delle norme comunitarie e in una posizione di impotenza contro la merce che entra da altri paesi dove non esiste tracciabilità di prodotto e dove la manodopera ha costi nettamente inferiori a quelli italiani. I prodotti della fascia costiera iblea, ad esempio, si vendono molto meno di un euro. Melanzane e cetrioli a 15 o 20 centesimi. All’origine del crollo dei prezzi anche le alte temperature in serra che da un lato accelerano la maturazione di frutta e verdura, con la conseguenza che sui mercati si sono riversati una grande quantità di prodotti, dall’altro hanno fortemente limitato il consumo di merce tipicamente invernale.
La battaglia si combatte su tutti i fronti, con gli attori del comparto agricolo siciliano che stanno moltiplicando gli impegni e gli sforzi per cercare di dare slancio ad un settore perennemente in stato di crisi. Un fronte che va oggi dal mondo politico, con in testa il nuovo governo regionale e l’assessorato all’Agricoltura, sino alle associazioni di produttori, delle imprese, dell’industria. E, naturalmente, i sindacati. Proprio nei giorni scorsi si è svolta a Paternò un’assemblea con decine di produttori e molti sindaci della Piana di Catania, riuniti per denunciare ancora una volta le difficoltà enormi che il settore attraversa.
Siamo ancora al grido di allarme, dunque, agli appelli quasi disperati di chi vede sbriciolarsi imprese create con notevoli difficoltà e sacrifici, anche puntando ad innovare, a modernizzare.
L’ assessore per l’Agricoltura Bandiera interviene dopo avere avuto colloqui con il sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato e con movimenti di agricoltori ortofrutticoli siciliani. «Raccolto il grido d’allarme – dice l’assessore – stiamo agendo su due fronti paralleli, da un lato attraverso la Grande Distribuzione, con la quale abbiamo immediatamente avviato un’interlocuzione, al fine di trovare un intesa che possa stimolare i consumi e limitare la stagnazione del mercato che si registra post feste natalizie, dall’altro alzando il livello di attenzione e dei controlli sui prodotti in entrata».
«Non c’è più tempo da perdere, il comparto agrumicolo è in grande sofferenza e bisogna agire subito». Con questo appello, invece, il Distretto Agrumi di Sicilia, con Cia e Confagricoltura, chiede ai sindacati regionali di categoria Cgil, Cisl e Uil di «interessarsi immediatamente e attivare una interlocuzione politica su scala regionale e nazionale al fine di ottenere provvedimenti che consentano di far valere la nostra condizione di insularità e permettano di abbassare i costi della logistica, dell’energia e quelli del lavoro, per ciò che concerne gli oneri sociali».
«I danni causati da una prolungatissima siccità – spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – insieme con un costo degli oneri sociali sul lavoro divenuto insostenibile rispetto ai principali e agguerritissimi competitor esteri e una normativa che non ci tutela neanche sul fronte delle barriere fitosanitarie rispetto ai prodotti importati dall’estero, stanno mettendo in ginocchio l’intero comparto, dalla produzione alla commercializzazione. Bisogna fare presto – aggiunge Argentati – e trovare urgentemente delle soluzioni, perché in queste condizioni non è più possibile una gestione economicamente redditizia delle imprese della filiera agrumicola. Chiediamo ai tre principali sindacati regionali di farsi carico di questo grido di allarme che viene da tutta la filiera agrumicola, un comparto che, se messo in grado di competere, può rappresentare un valore aggiunto per tutta la nostra economia».