Premio Sciascia, iI libro del killer di mafia vince la finale nonostante le polemiche

Di Redazione / 31 Agosto 2014

AGRIGENTO – E alla fine accompagnato dalle polemiche dei giorni scorsi il premio Racalmare, che fu ideato e  sostenuto da Leonardo Sciascia, è stato assegnato ieri sera dalla giuria popolare a Malerba. Il libro scritto da un killer di mafia condannato all’ergastolo, Giuseppe Grassonelli, insieme al giornalista del Tg5 Carmelo Sardo ha ottenuto 13 voti superando “È così lieve il tuo bacio sulla fronte” di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco, ucciso da Cosa Nostra e Piccola Atene di Salvatore Falzone. «Sono onorato e orgoglioso di questo premio che condivido con tutti coloro che credono nel recupero e nel riscatto anche di chi ha sbagliato e sta restituendo. E sappiamo che anche Sciascia ci credeva», ha postato Sardo su Facebook.

La decisione della giuria, presieduta dal giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, di inserire il volume che ha vinto tra i tre finalisti del Premio, ha suscitato nei giorni scorsi la reazione di Gaspare Agnello, amico personale di Sciascia che ha rassegnato le dimissioni dalla giuria. In una lettera aperta pubblicata dal nostro quotidiano Agnello, dopo avere sottolineato che Grassonelli “non è neanche un collaboratore di giustizia”, si chiedeva: “È possibile che un ergastolano che si è macchiato di crimini efferati e le cui ferite sono vive nelle carni delle sue vittime partecipi a un premio letterario di cui sono stati protagonisti Sciascia, Consolo e Bufalino?». 

«Il premio Leonardo Sciascia – Racalmare in 26 anni non ha mai selezionato né premiato un libro che tratta di mafia. Mi preoccupa e inquieta, dunque, che nell’anno in cui giungono in finale tre libri che parlano di mafia e antimafia si apra una polemica nazionale», aveva replicato alle polemiche il presidente della giuria Gaetano Savatteri. 

«È un momento di grande orgoglio – aggiunge Sardo – perché sono stati giorni faticosi, è inutile negare che anch’io sono stato condizionato da quello che è stato detto e scritto dalla stampa. Oggi il riscatto arriva dai lettori che hanno compreso, mi auguro, il messaggio del libro e cioè: chi sbaglia paga, ma chi sbaglia può e deve essere recuperato e in qualche modo restituito alla società».  

Non solo mafia il tema di quest’ultima edizione, ma anche etica, responsabilità, condanna, sentimento e riflessione sui misteri siciliani. Durante la manifestazione nella piazza di Grotte, il pubblico in piedi ha applaudito le vittime della strage del 29 luglio 1983 – Rocco Chinnici, Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi. Per Savatteri, «è stata un’edizione particolarmente significativa, non tanto per le polemiche che l’hanno preceduta ma per i temi sollevati dai tre libri finalisti: tre modi diversi di raccontare la Sicilia e i suoi mali nello spirito dell’opera letteraria e di impegno civile di Leonardo Sciascia. Lo stesso esito della votazione dimostra che i libri sono stati valutati con serenità e attenzione e l’intera cerimonia è stata dedicata alle vittimedella mafia». Tra i premiati delle precedenti edizioni: Manuel Vasquez Montalban, Cecilia Kin, Andrea Camilleri, Benedetta Tobagi, Fabio Stassi.

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