Roma, 29 ott. (Adnkronos Salute) – L’Italia, secondo la Società di Dermatologia Medica, chirurgica, estetica e di malattie Sessualmente Trasmesse (Sidemast) detiene il primato di dermatite atopica negli adulti, con ben 8 italiani su 100 che soffrono di questa patologia. Frustrazione, ansia, rabbia, depressione e disturbi del sonno causati dalla malattia possono aumentare anche il rischio di altre condizioni e patologie. Ma ci sono nuove cure efficaci e sicure contro l’infiammazione, il prurito e l’eruzione cutanea dolorosa, tipici di questa condizione cronica, recidivante, infiammatoria della pelle. Giampiero Girolomoni, ordinario di Dermatologia e Direttore della Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Verona, non ha dubbi: “Il prurito e la perdita di sonno alterano le capacità lavorative e di studio, e soprattutto nei giovani possono influire pesantemente sulla vita e sulle scelte professionali”.
“Inoltre, la dermatite atopica si associa ad asma, rinite e congiuntivite, ma anche a un rischio aumentato di infezioni cutanee, oltre che respiratorie e urinarie. Tra le nuove terapie all’orizzonte per il trattamento della dermatite atopica, c’è l’Upadacitinib – afferma l’esperto – ovvero un Jak 1 inibitore che si assume per via orale. Si tratta di un farmaco dotato di una notevole rapidità di azione sia sul prurito che sulla infiammazione cutanea. Il sollievo dal prurito si ha già dopo pochi giorni e anche gli effetti sulla dermatite sono molto elevati rispetto alle altre cure fino ad ora disponibili”.
E dell’impatto che ha la dermatite atopica sulle persone si è discusso ieri durante la conferenza stampa organizzata da AbbVie alla vigilia del 29° Congresso Europeo di Dermatologia (al via da oggi e fino al 31 ottobre) inizialmente previsto a Vienna ma, a causa delle norme anti-Covid, in modalità da remoto.
In apertura dei lavori la dermatite atopica è stata definita non a caso “una malattia implacabile e complessa, con un forte bisogno di innovazione”. Molto comune sia nei bambini che negli adulti (colpisce volto, collo, le pieghe di gomiti e ginocchia) condiziona la vita del singolo paziente. “Anche le forme moderate – sottolinea Girolomoni – influiscono sulla capacità lavorativa e di studi, sulla vita di relazione, le attività sportive, sociali. Il prurito intenso incessante non fa dormire e la perdita di sonno nel tempo è deostruente”.
Al momento i medici si limitano a gestire la malattia favorendo la riduzione del prurito e dell’infiammazione cutanea, conosciuta anche come eczema e con la quale si stima convivano il 10% degli adulti e il 25% dei bambini nel mondo. “Come per tutte le malattie infiammatorie croniche, infatti, una cura definitiva per la dermatite atopica non esiste – conclude Girolomoni – Abbiamo, però, la possibilità di ottenere lunghe remissioni cliniche e probabilmente di modificare il decorso della malattia rendendolo più mite. Le forme lievi vengono trattate con farmaci antinfiammatori topici (cortisonici, tacrolimus, pimecrolimus) mentre le forme gravi con l’utilizzo di farmaci sistemici, come ciclosporina, azatioprina, methotrexate e dupilumab”.