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Pensioni dei regionali, pronti 6.000 ricorsi contro norma Crocetta

Pensioni dei regionali, pronti 6.000 ricorsi contro norma Crocetta

È lo scenario che si prospetta secondo il Cobas/Codir se il governo non stralcerà la norma dalla manovra che cancella il sistema misto, retributivo-contributivo

Di Redazione |

PALERMO – Una pioggia di ricorsi contro la norma della finanziaria che cancella il sistema misto, retributivo-contributivo, per 6mila dipendenti della Regione. È lo scenario che si prospetta secondo il Cobas/Codir se il governo Crocetta non stralcerà la norma dalla manovra. E proprio il tema delle pensioni è la pregiudiziale posta dai sindacati autonomi che hanno “congelato” il confronto con l’Aran. «Aspettiamo una risposta dall’Aran entro giovedì; se il governo non stralcerà la norma salta il tavolo e siamo pronti a scendere in piazza e a mettere in atto azioni di lotta», avvertono i segretari regionali del Cobas/Codir, Marcello Minio e Dario Matranga.   “Non intendiamo recedere di un millimetro – spiegano – Le pensioni dei dipendenti della Regione sono stati equiparati a quelli dello Stato già nel 2004. Con questa norma, che è solo uno spot, il governo Crocetta vuole togliere i diritti acquisiti dai regionali assunti prima del 2003 e che quindi godono del doppio sistema, retributivo e contributivo».   Secondo i sindacati il provvedimento del governo riguarda circa 6 mila regionali, che al momento andrebbero in pensione col doppio sistema di calcolo, ma se passasse la norma, dunque con l’intero sistema contributivo, questi dipendenti perderebbero in media 300-400 euro al mese.   Per Cobas/Codir, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi quella del governo è solo «una provocazione, vorrebbe fare dei dipendenti regionali l’agnello sacrificale da immolare sull’altare della stampa per dare una sensazione fumosa all’opinione pubblica di portare avanti un’azione di rigidità che, invece, non sfiora neanche i veri privilegi delle varie caste presenti nello scenario regionale che mantengono intatte tutti loro privilegi alla faccia dei cittadini e dei disoccupati siciliani».

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