Palermo – Palazzi e dimore storiche apriranno le porte all’arte contemporanea. Anche gli edifici di pregio abbandonati o che versano in stato di degrado – a Palermo ne sono stati censiti 180 circa – ospiteranno opere e installazioni, con l’obiettivo di avviare nel tempo un recupero che possa portarli all’antico splendore. L’occasione per rivitalizzare il patrimonio storico-monumentale sarà il 2018, anno in cui Palermo sarà capitale italiana della cultura e sede di Manifesta 12, biennale di arte contemporanea itinerante. “Certo ci sono edifici che non possono essere ristrutturati dalla notte al mattino – ha spiegato Roberto Albergoni, direttore generale della fondazione Manifesta 12 –. Mettere però in sicurezza una porzione di spazio e farla rivivere con una mostra può senza dubbio contribuire a rilanciare quel bene e magari attirare acquirenti o soggetti disposti a investire”.
Alcuni dei progetti per Palermo sono stati illustrati oggi nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni. A promuoverli Manifesta 12 e Valorizzazioni Culturali, azienda privata con sede a Venezia specializzata nella gestione di immobili storici. La società, attraverso la creazione di eventi culturali, attua piani di sviluppo finalizzati all’attrazione di risorse che permettano il restauro o la riqualificazione di immobili storici. “L’intento – ha detto Filippo Perissinotto, presidente di Valorizzazioni Culturali – è far nascere delle realtà culturali che non si estinguano al termine delle manifestazioni, ma possano innestare un processo di crescita economica e del territorio. Il nostro è un ritorno in Sicilia che vuole essere continuativo: con queste finalità saranno organizzate una serie di mostre che troveranno sede sia in luoghi pubblici che privati”. Valorizzazioni Culturali sarà presente anche in Val di Noto, con un progetto che prevede il coinvolgimento dell’Università delle Arti della California. “Una trentina tra artisti e studiosi – ha annunciato Perissinotto – dal 28 dicembre al 9 gennaio prossimo rileggerà in chiave contemporanea l’architettura barocca del Sud-Est siciliano”. Ortigia sarà il quartier generale del gruppo di lavoro dell’Ateneo statunitense, che produrrà una mostra-laboratorio finale.