PALERMO – E’ stato preso con le mani nel sacco. Il presidente della Camera di commercio di Palermo e vicepresidente della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto palermitano, Roberto Helg, è stato arrestato mentre intascava una tangente di 100 mila euro da un ristoratore, affittuario di uno spazio dell’aeroporto, che si era rivolto a lui per la proroga del contratto. Il ristoratore si era rivolto a Helg per ottenere condizioni favorevoli sulla proroga triennale del contratto d’affitto. La richiesta e la consegna del denaro sono state integralmente monitorate dalla polizia giudiziaria. L’accusa per Helg è di estorsione aggravata: ha prospettato al commerciante le difficoltà dell’operazione di rinnovo se non supportata dal suo intervento e dal pagamento di 50 mila euro in contanti e di 10 mila euro al mese per 5 mesi, con il contestuale rilascio, come garanzia dell’impegno, di un assegno in bianco del residuo importo di 50 mila euro. Al sopraggiungere della polizia giudiziaria nella stanza di Helg attorno alle 17 di ieri, il presidente della camera di commercio aveva già ricevuto e messo in tasca l’assegno; sulla sua scrivania c’era anche una busta con 30 mila euro in contanti. Interrogato dai magistrati della Procura, Helg ha fatto ammissioni sulle quali sono in corso indagini.
VITTIMA ESTORSIONE HA COLLABORATO
L’operazione che ha condotto a Palermo all’arresto di Roberto Helg ha avuto inizio grazie alla collaborazione del ristoratore, il titolare della pasticceria Palazzolo, che ha un punto vendita all’aeroporto di Palermo, il quale dopo la richiesta del denaro si è rivolto ai carabinieri. Il contratto d’affitto del locale dell’aeroporto è scaduto il 28 febbraio, già da agosto il commerciante aveva chiesto una proroga sulla quale, oggi, si sarebbe dovuto pronunciare il cda della società. Non avendo ricevuto risposta, la vittima ha contattato Helg che, giovedì scorso, gli ha chiesto una tangente di centomila euro per favorire la pratica: 30 mila euro da dare subito in contante e il resto in rate da 10 mila euro mensili “coperte” dall’ assegno a garanzia.
Palazzolo ha chiesto ad Helg un po’ di tempo per recuperare i soldi, ma già il giorno dopo è andato dai carabinieri a raccontare tutto. Imbottito di microspie ieri si è presentato all’appuntamento, alla camera di commercio, e ha consegnato il denaro. Le indagini sono state svolte dai militari del Nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo sotto il comando del maggiore Alberto Raucci e con il coordinamento del comandante del reparto, il tenente colonnello Salvatore Altavilla, e del comandante provinciale colonnello Giuseppe De Riggi. L’indagine è condotta dai pm Luca Battinieri e Geri Ferrara, del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione, con il coordinamento del procuratore aggiunto Dino Petralia e la supervisione del procuratore capo Francesco Lo Voi che ha partecipato all’interrogatorio notturno di Helg, che si trova nel carcere palermitano di Pagliarelli. Il legale di Helg, l’avvocato Fabio Lanfranca, ha chiesto alla procura la concessione dei domiciliari per motivi di età – il presidente ha quasi 80 anni – e per motivi di salute essendo affetto da una grave cardiopatia.
DAPPRIMA HELG HA TENTATO DI NEGARE
Roberto Helg «non si aspettava che l’imprenditore vittima della tangente lo denunciasse ai Carabinieri». A raccontarlo è il procuratore capo di Palermo, Franco Lo Voi, incontrando i giornalisti al Palazzo di giustizia. A chi gli ha fatto notare che Helg era considerato a Palermo un “paladino della legalità e dell’antimafia”, il Procuratore allarga le braccia e dice: «Purtroppo a Palermo succede anche questo…».
L’imprenditore della ristorazione si era presentato dai carabinieri del nucleo investigativo lo scorso venerdì per denunciare che Helg gli aveva chiesto la tangente da 100.000 euro per ottenere il rinnovo del’affitto del locale all’aeroporto “Falcone e Borsellino”. «Helg ha detto all’imprenditore che se non avesse pagato la tangente si sarebbe opposto al rinnovo del contratto di affitto – spiega il magistrato – e il commerciante pochi giorni dopo si è presentato dai militari dell’Arma».
Durante l’interrogatorio Roberto Helg ha tentato in un primo momento di smentire di avere ricevuto il “pizzo” da un imprenditore. Poi, quando i magistrati gli hanno fatto ascoltare la registrazione della conversazione con la sua vittima, un imprenditore del settore della ristorazione, non ha potuto che ammettere tutto. «E’ stato smentito dalle sue stesse parole registrate – ha detto il procuratore di Palermo Franco Lo Voi – e non ha potuto fare altro che ammettere le sue responsabilità». Ha spiegato agli inquirenti di avere agito «per difficoltà economiche». Ha detto: «Avevo bisogno, mi hanno pignorato anche la casa».
Helg però non si sarebbe limitato ad ammettere l’estorsione. Ai pm avrebbe disegnato un quadro di corruzione sistematica che è ora il vero oggetto dell’inchiesta. Da alcuni passi della conversazione sembra che il presidente di Confcommercio parli anche a nome di altri. È su questo aspetto ora gli investigatori cercano di far luce. Anche attraverso le indagini patrimoniali che potrebbero far vedere se sui conti di Helg siano transitate altre somme sospette.
Per ora il procuratore Lo Voi smentisce il coinvolgimento di altri nell’inchiesta. Intanto la Camera di Commercio ha revocato d’urgenza a Helg l’incarico di presidente, idem la Gesap. Entrambe hanno annunciato che si costituiranno parte civile al processo. La Procura stasera invierà al gip la richiesta di convalida dell’arresto in flagranza. Il giudice, entro 48 ore dall’istanza, dovrà fissare l’udienza. Helg, invece, dovrà trovarsi un legale, visto che quello di Confcommercio, Fabio Lanfranca, ha rinunciato al mandato. «È incompatibile – ha detto – con il mio ruolo di legale di Confcommercio Palermo e con la scelta di assistere le vittime di estorsione che ho fatto molti anni fa».