Omicidio al Maas: condanna “ridotta” da 14 anni a 2 e mezzo

Di Redazione / 11 Febbraio 2015

CATANIA – Il Gup Marina Rizza ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione, derubricando l’accusa da omicidio volontario a eccesso di legittima difesa, il vigilantes Graziano Longo Minnolo, di 35 anni, accusato di avere ferito mortalmente con un colpo di pistola Giuseppe Giuffrida, 22 anni, il 4 ottobre 2012, ai Mercati agro alimentari Sicilia (Maas). Il Pm Angelo Brugaletta nella sua requisitoria aveva chiesto la condanna a 14 anni di carcere. I legali delle parti civili, gli avvocati Giuseppe Lipera, Grazia Coco, Claudia Branciforti e Salvatore Cavallaro che rappresentano i familiari della vittima, hanno annunciato ricorso contro la sentenza.

«Non c’è giustizia, è stato ammazzato per la seconda volta», hanno commentato la sentenza i familiari di Giuseppe Antony Giuffrida. «Ho dovuto subire la improvvisa perdita di mio figlio – ha osservato la madre della vittima, Giovanna Mirabella – il bene più prezioso che potessi avere, ho dovuto sopportare che l’assassino di mio figlio scontasse da subito la sua pena agli arresti domiciliari e adesso dovrei accettare che chi ha ammazzato a sangue freddo mio figlio Giuseppe sia punito con una condanna tanto insensata, quanto assurda? ».
 
«Non è possibile – ha aggiunto la donna – che il Giudice abbia trascurato la prova evidente della volontarietà dell’azione dell’assassino che, ripreso dal sistema di videosorveglianza del Mass, impugnava la pistola verso Antony come se fosse stato il protagonista di un video gioco». «Mio figlio – ha sottolineato – era andato a lavorare, era disarmato eppure è stato colpito a distanza ravvicinata all’addome da un proiettile, sparato da chi oggi è stato condannato a soli due anni e mesi sei di reclusione, il che – ha concluso amareggiata la donna – peraltro, vuol dire che tra non molto tornerà assolutamente libero».
 
La sparatoria avvenne all’ingresso dei Maas il 3 ottobre 2012: durante una violente lite Longo Minnolo avrebbe esploso un colpo all’addome della vittima con la sua Glock 19 calibro 9 per 21, in dotazione per il servizio di vigilanza. Il ventiduenne morì il giorno dopo in ospedale.

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