PALERMO – Si svolgerà venerdì 20 dicembre, dalle 9:30 alle 14 nella Sala Lanza dell’Orto Botanico di Palermo, la tredicesima edizione de L’isola del Tesolio. A campagna olearia conclusa, il tema del dibattito di quest’anno vuole fare il punto sullo stato di salute del settore e sulle sfide future che attendono l’olio extra vergine d’oliva siciliano. Il convegno è organizzato e promosso dal Co.Fi.Ol, il Consorzio della filiera olivicola, insieme all’azienda capofila Premiati Oleifici Barbera.
Rispetto l’annata precedente, la produzione di olio in Sicilia nel 2019 registra un +38% così come riportato dalle indagini delle principali associazioni di produttori. Un dato positivo non solo in termini quantitativi ma anche, e soprattutto, per la qualità riscontrata, ad esclusione delle zone di produzione della Nocellara del Belice che hanno registrato un dato non positivo.
L’olio extra vergine siciliano si conferma infatti come una delle migliori produzioni a livello mondiale. L’andamento favorevole del clima in tutta la regione – soprattutto in primavera nel periodo della fioritura – è stato uno degli elementi decisivi per ottenere questo risultato. In linea generale, le cultivar autoctone (come per esempio Cerasuola, Nocellara, Biancolilla) sono quelle che riescono ad adattarsi con maggiore versatilità ai diversi terroir dell’isola – che comprende zone costiere e dell’entroterra – e a rispondere meglio alle varie criticità climatiche.
Il Cofiol, nato su impulso di Manfredi Barbera, promuove da sempre il concetto di rete: chi aderisce al Consorzio può infatti conferire l’olio attraverso frantoiani che fanno parte del sistema ed essere poi remunerato a un prezzo di mercato. Un grande vantaggio soprattutto per i piccoli olivicoltori che mediamente possiedono meno di un ettaro di uliveto.
“Il Consorzio – afferma Manfredi Barbera, amministratore unico di Premiati Oleifici Barbera – è lo strumento che dà voce ai frantoiani e agli olivicoltori siciliani. L’obiettivo principale è quello di creare un modello siciliano vincente di filiera olivicola: garantendo da un lato la crescita della capacità produttiva dei singoli olivicoltori e dall’altro la massima qualità grazie alle nuove tecnologie esistenti. Senza dimenticare – conclude Barbera – l’importanza delle certificazioni: il Cofiol è stato tra i principali promotori dell’IGP Sicilia per l’extra vergine siciliano, perfetto ambasciatore del Made in Sicily nel mondo».