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Negli Usa via libera al Viagra “rosa”

Negli Usa via libera al Viagra “rosa”

Un arrivo con tanti limiti di utilizzo e qualche polemica da parte di chi ha sollevato problemi di sicurezza

Di Maria Emilia Bonacco |

ROMA – A 17 anni dalla comparsa del Viagra è giunta l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda) degli Usa per il primo medicinale per potenziare la libido femminile. Il controverso prodotto verrà distribuito negli Stati Uniti dal 17 ottobre dietro prescrizione medica per donne in fase pre-menopausa cui viene diagnosticato un calo cronico del desiderio sessuale. Per i primi 18 mesi però non verrà pubblicizzato direttamente ai consumatori. Un arrivo quindi con tanti limiti di utilizzo e qualche polemica da parte di chi ha sollevato problemi di sicurezza, come lo stesso Ente Usa che ha usato i piedi di piombo nel percorso di approvazione, con ben due bocciature precedenti a questo via libero definitivo. Per il vecchio continente bisognerà invece aspettare che l’ente europeo per i farmaci sottoponga il prodotto ad un altro iter di approvazione.   Le misure di sicurezza rigorose sul Viagra “rosa”, sancite assieme al disco verde dalla Food and Drug Administration, porteranno probabilmente a non raggiungere mai le vendite di Viagra maschile (disponibile ora anche in forma generica) imitatissimo in tutto il mondo che ha generato miliardi di dollari dalla fine degli anni ‘90. Un successo commerciale imponente che ha aperto una vera e propria fetta di mercato farmaceutico con altri prodotti arrivati successivamente come il Cialis, Levitra e da poco l’italiano Spedra prodotto dalla Menarini.   L’etichetta del farmaco, denominato Addyi e da assumere giornalmente, avrà un box di allerta, per indicare un rischio grave, rivolto a medici e pazienti nel quale si indica che combinare la pillola con l’alcol può causare pressione sanguigna pericolosamente bassa e svenimento. Lo stesso rischio si può verificare per l’assunzione del farmaco con altre medicine comunemente prescritte, tra cui antifungini utilizzati per il trattamento di infezioni da lieviti. Nell’ambito del piano di sicurezza imposto dalla Fda i medici potranno prescriverlo dopo aver completato un test di certificazione online che dimostri la comprensione degli effetti collaterali. Anche le farmacie dovranno essere certificate.   Il lancio del farmaco avverrà a metà ottobre. La ricerca di una pillola per il trattamento di problemi sessuali delle donne è stata una sorta di Sacro Graal per l’industria farmaceutica: è stata perseguita e poi abbandonata da Pfizer, Bayer e Procter & Gamble. Farmaci che agiscono sul flusso sanguigno, ormoni e altre funzioni biologiche si sono tutti rivelati inefficaci. Addyi è il primo ad agire invece a livello chimico sul cervello, influenzando umore e desiderio. L’Fda lo ha approvato per le donne in premenopausa con desiderio sessuale ipoattivo, descritto come una mancanza di “appetito” sessuale che causa disagio emotivo, dopo averlo rigettato due volte per l’efficacia non brillante e gli effetti collaterali. Gli esperti avvertono: «Non è una panacea».   La controversa “pillola rosa” era stata bocciata ben due volte dalla Fda, nel 2010 e nel 2013, prima dell’attuale approvazione dove hanno avuto un peso le lobby delle donne che hanno accusato l’autorità sui farmaci Usa di discriminazione rispetto alla possibilità di controllare la loro vita sessuale. «È stato un viaggio significativo quello che ci ha portati a questo momento memorabile», ha esultato il Ceo della Sprouts Frarmaceuticals, Cindy Whitehead. Ma come spiega la sessuologa Alessandra Graziottin ora il desiderio sessuale femminile non sarà visto solo sotto il profilo psicologico. «Uno sguardo clinico parziale ha portato nel tempo a cercare nell’uomo cause fisiche per il calo del desiderio sessuale, mentre nelle donne è stato tutto sempre affrontato dal punto di vista psicologico, negando le cause fisiologiche. Per la prima volta abbiamo una molecola che agisce a livello farmacologico sulle basi fisiche del desiderio e non è un ormone, cosa che può avere in qualche modo rassicurato le esperte dell’Fda, che lo hanno guardato con meno pregiudizio, portando all’approvazione» afferma la direttrice del centro di ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano.   «La flibanserina agisce sulla neurochimica del desiderio, sulla serotonina e la dopamina – spiega l’esperta – è sbagliato chiamarla Viagra “rosa”, perché ha un funzionamento completamente diverso». «Attenzione, inoltre, a farne la panacea di tutti i mali, in grado di aiutare per intero quel 10-18% per cento di donne in età fertile che hanno un calo del desiderio – avverte – va fatta prima una diagnosi differenziale, che consenta di escludere o curare altre cause biologiche (anemia, depressione, dolore durante i rapporti), psicologiche o relazionali. Deve essere usato con intelligenza clinica: lo vedo ad esempio adatto per le donne in premenopausa in terapia anti ormoni per tumori alla mammella o ancora quando, curate le cause biologiche, si ha bisogno di una “spinta” per far ripartire il motore del desiderio fisico e psicologico».

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