FRANCAVILLA DI SICILIA – Un museo trasversale, pensato per un pubblico plurale: un libro illustrato che permette di fare un viaggio nel tempo grazie alla sua innovativa Sala immersiva. Un museo che, secondo le linee guida del Mibact, è semplice nel linguaggio, intuitivo e facile a leggersi anche dai bambini che vi troveranno tracce di racconti fantastici le cui radici affondano nei grandi miti della cultura greca. E’ il Mafra, il nuovo Museo archeologico di Francavilla di Sicilia (Messina) realizzato nelle sale dello storico Palazzo Cagnone de XVI secolo dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il Comune e il sindaco Vincenzo Pulizzi.
E’ una preziosa raccolta di reperti che documenta il passato greco della città con statuette e seducenti volti femminili riconducibili ai culti delle divinità indigene, Dèmetra e Kore, frammenti di ceramica attica figurata, monete e i delicatissimi pìnakes figurati a rilievo, tavolette votive in terracotta che riproducono scene del culto di Persefone e il passaggio della donna dall’infanzia alla giovinezza, le nozze, la maternità. All’inaugurazione del Mafra hanno partecipato, tra gli altri, anche il governatore Nello Musumeci, l’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà. «Uno spazio museale davvero prezioso -ha commentato Musumeci – per il contenuto e per la eleganza espositiva. È il primo passo verso la creazione di un polo di attrazione turistica di questo suggestivo angolo della provincia del Messinese». Per Samonà è «un’operazione di considerevole valore che contribuirà a rafforzare il senso di appartenenza e a rileggere la storia di Francavilla attraverso le due vestigia, offrendo agli abitanti la possibilità di ritrovare le proprie radici». «L’obiettivo – spiega Gabriella Tigano – è quello di ridurre lo scollamento fra cittadini e beni culturali, allargare il pubblico dei visitatori e aumentare il legame identitario fra la comunità e il suo patrimonio culturale nella consapevolezza che i beni culturali sono motori strategici per l’economia dei territori, capaci di generare decine di microimprese e dunque di intervenire positivamente sullo sviluppo socio-economico del territorio».