Catania – «Le mie opere hanno percorso in lungo e in largo i continenti e io con esse. Ma solo in Sicilia, terra ricca d’umori e di colori, riesco a prendere a piene mani luci e sogni». Queste frasi condensano tutto l’amore dell’artista catanese, Jean Calogero, morto nel novembre del 2001, per la propria terra, per le sue origini e per la propria città. Un amore viscerale, racchiuso nella mostra “Omaggio a Catania”, aperta tutti i giorni, sino al 19 gennaio 2020 (dalle 9, alle 19, con ingresso libero), alla Galleria d’arte Moderna (Gam), nell’ex Monastero di Santa Chiara. L’esposizione, curata dall’archivio storico di Jean Calogero e in particolare dal direttore artistico, Luigi Nicolosi, vede protagonista Catania, con i suoi angoli e dintorni. Una camminata nel cuore della città; tra vie, scorci, piazze e tra le persone immaginate e amate nel corso della vita.
Una Catania, dunque, che dopo nove anni torna ad ammirare le opere di Jean Calogero (il nastro inaugurale, peraltro, lo scorso sabato sera è stato tagliato dall’assessore alla cultura del Comune, Barbara Mirabella, assieme alla figlia del grande artista, Patrizia) incoronato, dalla critica come tra i maggiori esponenti del Novecento in pittura. Ed è, nel contempo un omaggio a chi ha fatto grande il nome del capoluogo etneo, pur costretto ad abbandonarlo da giovane, mietendo successi nel panorama internazionale e, in particolare a Parigi, città che ha reso grande Calogero. In questa mostra il maestro, nel viaggio catanese, immortala la sua città, la sua gente, le sue feste e tradizioni; tutto realizzato, come evidenzia la critica, in un gioco cromatico che affianca, agli accesi colori usati dal pittore per evidenziare le sue figure, scale di grigi che ricordano la genesi lavica del territorio etneo e la bicromia tipica di Catania.
In mostra 22 dipinti, assieme a 15 chini e 10 opere realizzate con tecniche miste. Lavori che trascinano il visitatore in uno spazio familiare e immortalato in un tempo indefinito. Una passeggiata nella memoria di Calogero: la Festa di Sant’Agata, piazza Stesicoro, la stazione, il teatro Massimo, il Fortino, il castello Ursino, sino alla costa di Acicastello. Jean Calogero, nato nel 1922, ha frequentato il liceo artistico cittadino per poi trasferirsi a Parigi nel 1947.
Foto di Davide Anastasi