CALTANISSETTA – Si spalancano le porte del carcere per l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, agli arresti domiciliari dallo scorso 14 maggio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Il gip di Caltanissetta ha infatti emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, e così agenti della Squadra mobile nissena hanno condotto in carcere l’ex n. 1 di Sicindustria. Montante è o portato dalla sua abitazione di Serradifalco al carcere Malaspina di Palermo.
Le motivazioni che hanno indotto il gip a inasprire la misura sono riconducibili alla «grave condotta d’inquinamento di prove messa in atto dal Montante in occasione del suo arresto, avvenuto a Milano lo scorso 14 maggio». In quell’occasione, spiega una nota della Questura di Caltanissetta, «l’arrestato si barricava in casa per quasi due ore, non aprendo ai poliziotti e distruggendo documenti e circa ventiquattro pen drive». Montante avrebbe anche tentato di disfarsi di altra documentazione che è stata però rinvenuta e sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta in un pozzo luce su cui si affaccia il salone dell’abitazione dell’imprenditore. Alcune pen drive, nascoste in un sacchetto di plastica, erano state lanciate in un cortile adiacente al palazzo. Infine era stato recuperato sul balcone di un vicino di casa anche uno zainetto, contenente altre pen drive e documentazione cartacea.
Le gravi condotte che hanno indotto il giudice a inasprire la misura cautelare sarebbero per altro proseguite anche dopo l’arresto dell’indagato. Infatti, una volta condotto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Serradifalco, dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso 15 maggio, Montante avrebbe violato le prescrizioni impostegli dal gip consentendo l’accesso all’interno della sua villa a persone non autorizzate.