Monica Guerritore “Dall’Inferno… all’Infinito”

Di Giovanna Caggegi / 11 Agosto 2017

Dalle acque del Tirreno verso cui si rivolge la cavea del Teatro di Tindari alla costa dello Jonio, l’incanto poetico di autori immortali risuonerà sulla storia millenaria di due tra le più belle aree archeologiche siciliane. Vestale d’eccezione, interprete di grande forza espressiva, Monica Guerritore attinge a un patrimonio poetico e letterario tradizionale con la volontà di riportarlo alla potenza primigenia del magma incandescente. «Ho adottato una tecnica che potrei chiamare psicoanalitica», spiega l’attrice. «Lo spunto mi è stato dato da James Hillman, l’autore de Il codice dell’anima. È un viaggio all’interno del sé attraverso poeti come, in primo luogo, Dante. In chiave psicoanalitica la “selva oscura” dantesca non è l’allegoria del peccato o del potere, ma il mondo immateriale a noi sconosciuto che è anche l’anima. Il viaggio implica soprattutto il sentimento della “paura” cui danno conforto una serie di epifanie come Beatrice, Francesca, Virgilio».

Lungo i sentieri luminosi della poesia, dall’Inferno di Dante all’Infinito di Leopardi, prendono corpo le parole e i protagonisti delle opere di Pier Paolo Pasolini, di Elsa Morante, di Cesare Pavese, di Victor Hugo, di Gustave Flaubert. «In questo viaggio riporto in vita alcuni dei miei personaggi teatrali, tra cui Madame Bovary. Molta importanza riveste la partitura musicale con brani da Giya Kancheli ad Aberto Iglesias, da Amalia Rodriguez a Eleni Karaindrou e Craig Armstrong».

Protagonista intensa e carismatica della scena italiana, Monica Guerritore debutta a soli 15 anni nel 1974 con Strehler nel Giardino dei ciliegi. «Fu il caso, o meglio l’inizio di un mondo magico che con vari segni mi ha guidato nella vita. Accompagnavo una mia amica che era andata al Piccolo Teatro per un provino. Per gioco mi ritrovai sul palcoscenico e quando Strehler mi chiese di cominciare, risposi che ero lì per caso. Si infuriò e mi fecero uscire. Dopo qualche giorno seppi che il regista aveva pubblicato un annuncio sul Corriere in cui cercava di rintracciare quella ragazzina dai capelli rossi che somigliava a Ingrid Bergman. Ero io e ci andai. Mi diede il ruolo di Anja accanto a Valentina Cortese».

Appassionata e sensuale, ha incarnato a teatro, al cinema e in tv, figure di donne volitive ed estreme, dalla personalità complessa. «A teatro dopo Strehler, che è stato il mio mentore, ho fatto tanti spettacoli importanti con il mio ex compagno Gabriele Lavia, uno fra tutti Scene da un matrimonio, e con Giancarlo Sepe che mi ha diretto in Madame Bovary, personaggio tra i miei più amati».

Intanto a ottobre sarà nuovamente in scena con Mariti e mogli, dall’omonimo film di Woody Allen, mentre la vedremo accanto a Diego Abatantuono nel film Matrimonio italiano diretto da Alessandro Genovesi.

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