CALTANISSETTA – Pene ridotte in appello nel processo «Free Town» per i collaboratori di giustizia nisseni Alberto Carlo Ferrauto e Pietro Riggio. Ferrauto è stato condannato dalla Corte d’Appello a 3 anni per associazione mafiosa (in primo grado la condanna era stata di 6 anni), mentre Riggio a 2 anni e 8 mesi (3 anni in primo grado) per le richieste di pizzo all’imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo, a cui è stato da poco confiscato il patrimonio stimato in circa 280 milioni di euro. A Di Vincenzo, parte civile nel processo, è stato concesso un risarcimento di 400 euro. Confermata l’assoluzione per l’imprenditore di Caltanissetta Mario Panepinto, chiamato a rispondere di estorsione perché, secondo l’accusa, si era rivolto alla famiglia mafiosa nissena perché gli emissari di cosa nostra convincessero un amministratore di condominio a saldare un credito di 100 milioni di vecchie lire per il rifacimento del prospetto di un palazzo.
Il sostituto procuratore generale Fernando Asaro aveva chiesto il minimo della pena per Ferrauto, visto il contributo dato alle indagini con le sue dichiarazioni, l’assoluzione per Riggio dall’accusa di avere chiesto il pizzo a Di Vincenzo ed il minimo della pena per Panepinto.