Mafia, confische e sequestria esponenti dei clan agrigentini
Mafia, confische e sequestri a esponenti dei clan agrigentini
Sigilli a beni per 1,5 milioni di euro riconducibili a Giuseppe Falsone, Simone e Giuseppe Capizzi, Damiano Marrella e Pasquale Alaimo / VIDEO
La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato o confiscato beni per 1,5 milioni riconducibili a cinque noti esponenti mafiosi della provincia di Agrigento, tutti attualmente detenuti.
I provvedimenti sono stati emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Agrigento, sulla base delle indagini economico-patrimoniali effettuate dalla Dia di Agrigento su delega del procuratore aggiunto di Palermo Bernardo Petralia. I beni sono riconducibili a Giuseppe Falsone, 44 anni di Campobello di Licata ex capo di cosa nostra agrigentina, Simone e Giuseppe Capizzi, 71 e 48 anni, padre e figlio entrambi esponenti dei clan riberesi di cosa nostra; Damiano Marrella, 67 anni esponente dei clan di Montallegro e Pasquale Alaimo, 45 anni, appartenente alla famiglia mafiosa di Favara.
Giuseppe Falsone è stato tra i trenta latitanti più pericolosi ed è stato arrestato dalla Polizia nel giugno del 2010 a Marsiglia dopo oltre dieci anni di latitanza. A Falsone è stata confiscata un’impresa individuale di Campobello di Licata intestata ad un suo familiare e destinata alla coltivazione di cereali ed all’allevamento di animali, per un valore complessivo di circa 35 mila euro.
Simone Capizzi è in carcere con un ergastolo alle spalle per l’omicidio del Maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli mentre il figlio Giuseppe, sta scontando ad otto anni per associazione mafiosa. Ai capizzi sono stati sequestrati 13 terreni, 3 fabbricati e 4 conti deposito, il cui valore complessivo ammonta a circa 870 mila euro.
Damiano Marrella, figlio di Stefano Marrella, ucciso nell’ottobre del 1980 e all’epoca ritenuto capo della famiglia mafiosa di Montellegro, sta scontando otto anni di reclusione. A Marrella sono stati sequestrati un immobile sito in Montallegro, fondi d’investimento ed altri rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 300 mila euro.
A Pasquale Alaimo, che sta scontando 13 anni per associazione mafiosa, sono stati confiscati immobili, automezzi, polizze assicurative, libretti di deposito, fondi comuni d’investimento, un conto corrente bancario ed una autovettura, per un valore complessivo di 270 mila euro. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA