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M5S, Corrao lascia: «Non è più il mio Movimento, ora somiglia agli altri partiti»

Di Redazione |

 «La frangia ambientalista del M5S al Parlamento europeo, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, il siciliano Ignazio Corrao ed Eleonora Evi, si separa formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo». E’ quanto si legge in una diffusa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini.

“Quando una storia finisce”. E’ il titolo del lungo post pubblicato su Facebook dall’europarlamentare Ignazio Corrao, che oggi, insieme ad altri tre colleghi, ha annunciato il suo addio al Movimento 5 Stelle. Corrao ripercorre le fasi più importanti della sua militanza nel M5S, spiegando i motivi che lo hanno portato alla rottura. “L’aria dentro è irrespirabile da mesi e gli spazi di confronto interno del tutto azzerati (per questo sono aumentate le esternazioni pubbliche). Così i rapporti umani, anche quelli belli, rischiano di essere compromessi e non ne vale la pena”, afferma.

“Io non rimpiango nulla, è stato tutto molto bello, abbiamo fatto insieme qualcosa di unico e irripetibile e sarò sempre orgoglioso di averne fatto parte, in prima linea. Che il Movimento avesse un inizio e una fine – prosegue Corrao – era noto a tutti noi sin dal principio. Non sono nessuno per dire che è finito ma sono sicuramente in grado di dire che quelli che oggi si chiama M5S è un’altra cosa, qualcosa di più simile agli altri partiti e sicuramente qualcosa a cui, da cittadino, non mi sarei avvicinato (così come non mi avvicinai agli altri a suo tempo). Gianroberto Casaleggio diceva che i partiti, prima di scomparire, proveranno a somigliare al M5S. Purtroppo è successo l’esatto contrario grazie ad un fattore riconducibile alla natura umana che il visionario fondatore non aveva considerato”. “E’ una cosa difficile, che fa male. E’ la tua famiglia che non c’è più. Per anni – scrive l’eurodeputato siciliano – abbiamo condiviso non solo un progetto, ma esperienze, emozioni, stanze e confidenze di ogni tipo. Mantengo rispetto per molti dei miei colleghi e amicizia per altri e non ho intenzione di togliere tempo al lavoro litigando con loro. Così come non ho intenzione di offendere la mia intelligenza e il mio percorso scendendo al livello di fango di alcune persone che non si sarebbero presi manco nel NCD e che una volta saltate sul carro, abusano di un simbolo e di un nome con cui non c’entrano nulla. Ma queste ultime hanno solo velocizzato e imbruttito, con grande tornaconto personale, un processo che sarebbe avvenuto comunque”. “Forse sarebbe auspicabile un cambio di nome per salvaguardare il ricordo di qualcosa di molto bello, di storico, di unico, che rischia di essere rovinato anche nel ricordo, nell’immagine collettiva”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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