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Luoghi del Cuore del Fai, ecco i dieci siti siciliani più votati
Il Fai, il fondo per l’ambiente italiano ha diffuso i risultati parziali, ma si può votare fino al 15 dicembre della decima edizione del Censimento nazionale Fai “I Luoghi del Cuore”.
A oggi il luogo in Sicilia al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è la Scala dei Turchi a Realmonte, la grande scogliera di marna bianca, vero e proprio monumento naturale, che si protende sul mare tra Agrigento e Porto Empedocle, separando due spiagge sabbiose. È una parete rocciosa che riproduce la forma di una scala dal profilo smussato, curvo e irregolare. Il suo nome risale al XVI secolo, quando i pirati Saraceni, impropriamente chiamati Turchi, la utilizzavano come punto di approdo per saccheggiare i paesi limitrofi. L’intera costa dove insiste la Scala dei Turchi è stata catalogata come zona a rischio idrogeologico, ma ciononostante l’area è da tempo oggetto di abusivismo. Nell’ultimo ventennio ci si è però mossi verso la sua riqualificazione. Dagli anni Ottanta del Novecento una delle spiagge ai suoi piedi era deturpata dallo scheletro di cemento di un complesso alberghiero mai concluso. Grazie alla mobilitazione al censimento del 2008, il FAI ha agito in favore del bene affiancando Legambiente in una battaglia legale, che nel 2013 ha portato all’abbattimento dell’ecomostro. Inoltre FAI e Intesa Sanpaolo hanno sostenuto la demolizione di un altro edificio abusivo su uno dei terrazzi rocciosi in cima alla Scala. È seguita la riqualificazione dell’area, trasformata in belvedere pubblico in collaborazione con il Comune. Il comitato “Realmonte-Città della Scala dei Turchi” sta nuovamente raccogliendo voti per tutelarla.
Segue la Cripta del Duomo di Messina, gioiello storico e architettonico ancora sconosciuto ai più: è una chiesa sotterranea, scoperta nel 2009 con annesso uno scolatoio di cadaveri, dove venivano posti a essiccare i defunti attraverso un procedimento di mummificazione naturale. Costruita contestualmente alla Chiesa Madre a cui in origine era collegata, la cripta fu realizzata nel 1081 su commissione del re normanno Ruggero II. Nello spazio, a navata unica con volte a crociera sorrette da colonne greche e romane, si celebravano messe e si tenevano le riunioni dei vescovi della Diocesi. Nel Seicento quando fu affidata alla Congregazione Schiavi della Madonna della Lettera, la cripta fu ristrutturata e abbellita con stucchi, statue e affreschi barocchi. Sopravvissuta a terremoti e alluvioni, la cripta è l’unica struttura originale rimasta dell’antico impianto chiesastico quasi interamente ricostruito dopo il sisma del 1908 e gli incendi causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Molti voti per la Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano di Polizzi Generosa, eretta nel 1300, che nel 1535 fu sede del Senato cittadino istituito da Carlo V. è ancora possibile vedere su un lato una mano in pietra che sosteneva lo stendardo per indicare alla popolazione la riunione. La facciata principale è ritmata dal portale e da paraste in pietra squadrata che sorreggono un cornicione; di pregio anche il portale laterale in stile romanico con arco a tutto sesto con cantonali in pietra. Il comitato “La Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano nel cuore” si sta muovendo per la tutela del bene, che necessita di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La chiesa – “Luogo del Cuore” dello stilista Domenico Dolce, la cui famiglia è originaria di questo borgo all’interno del Parco delle Madonie – rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Grande l’attenzione per il raffinato Giardino Inglese di Palermo, progettato nel 1850 “all’inglese” da un giovanissimo Giovan Battista Filippo Basile, che vide la collaborazione del botanico Vincenzo Tineo e dell’architetto Carlo Giachery, entrambi suoi maestri nonché protagonisti del fermento culturale e accademico della Sicilia di primo Ottocento. È stato recentemente dedicato alla memoria del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, vittima il 6 gennaio 1980 di un agguato mafioso. Il comitato “Illuminiamo il Giardino Inglese Mattarella” ha come obiettivo la salvaguardia di questo parco, tra i più rappresentativi e amati della città, ma che necessita di importanti interventi di recupero, che sappiano rilanciarne il fascino e l’immagine romantica in chiave contemporanea.
Tante le segnalazioni giunte per la Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, la più antica tra le chiese di Modica. Di origine medievale, fu scoperta casualmente nel 1987, durante lo sgombero di un’abitazione privata, e nel 1992 venne acquistata dal Centro Studi sulla Contea di Modica che si occupò, attraverso scavi archeologici, di riportare alla luce le varie stratigrafie che testimoniano la sua continua mutazione architettonica; inoltre è stata scoperta una serie di tombe sotto il livello del pavimento. Lungo le pareti è visibile una seduta ottenuta dalla roccia calcarea in cui è scavata la chiesa e lo spazio interno è costituito da un ambiente di circa 45 metri quadri e da un’abside semicircolare rivestita da decori bizantini, in cui è raffigurato il Cristo Pantocratore circondato da angeli. Diversi stili pittorici testimoniano il passaggio di più culture, da quella greca a quella normanna. L’edificio rappresenta la traccia più evidente e conservata di architettura rupestre bizantina nell’area dei Monti Iblei. Il comitato “Abbi cura insieme a noi di San Nicolò Inferiore” riunisce diverse associazioni territoriali che hanno scelto di attivarsi al censimento del FAI per garantire un futuro alla chiesa e in particolare agli affreschi in essa contenuti.
Segue il Pozzo di Gammazita a Catania, una fonte realizzata nel XII secolo nel centro storico, alimentata dal fiume sotterraneo Amenano. Nel 1669 fu sommersa da uno strato di lava di 12 metri, nell’eruzione dell’Etna che trasformò il volto della città. Fu riportata alla luce nel secolo successivo, quando venne resa accessibile con la realizzazione di una scala scavata nella pietra lavica in cinque rampe di 62 scalini, che termina in una vasca rettangolare in cui scorre l’acqua, assumendo l’aspetto di un pozzo. Le abitazioni popolari edificate a fine Ottocento attorno a essa creano la suggestione di affacciarsi su una profonda voragine. Il nome del luogo è legato a una leggenda popolare che narra della giovane popolana Gammazita, gettatasi nel pozzo per sfuggire alla violenza di un soldato angioino. Negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, il bene è stato oggetto di attività di valorizzazione, ma il comitato “Il Pozzo di Gammazita e le vie dell’acqua” partecipa al censimento 2020 per chiedere di assicurarne la fruizione e la promozione, insieme alla creazione di un percorso legato alle acque sotterranee della città.
E ancora, l’ex Convento di Sant’Agostino, situato ai piedi del colle su cui sorge il centro storico di Troina, di cui rappresenta una sorta di ingresso. Fondato nel 1491 sul sito di una chiesetta medievale, venne concluso solo a metà Cinquecento per la difficoltà dei frati nell’affrontare i costi di edificazione. Il convento visse una fase di crisi nella seconda metà del Settecento, ma l’amministrazione civica trovò le risorse per evitarne la chiusura. Il complesso venne sottoposto a una significativa revisione per mano dell’architetto Masnada, allievo e collaboratore del più celebre Venanzio Marvuglia. La chiesa venne demolita e ricostruita con una pianta centrale di forma ottagonale; furono ridisegnati il prospetto sud e ricostruita l’ala nord-est. La fiera che si teneva sin dal Cinquecento nell’area adiacente acquistò un successo crescente e portò, nella prima metà dell’Ottocento, alla costruzione del grande loggiato che chiude il piazzale antistante la chiesa. A seguito delle cosiddette “leggi eversive” (1866), il complesso venne messo all’asta e acquistato dal Comune. Colpito dal sisma del 1908, venne in parte restaurato. Durante la Seconda Guerra Mondiale subì alcuni bombardamenti aerei che provocarono lievi danni, ma nel tempo il complesso è stato abbandonato e versa in stato di grave degrado. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
A seguire il Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina, vera e propria opera d’arte all’aperto. Teatro di pietra più alto al mondo, è situato a circa 1.000 metri di altezza sopra le valli agrigentine, in cima ai Monti Sicani. Progettato ispirandosi agli antichi teatri greci, fu costruito negli anni Settanta del Novecento da un artista proveniente da una famiglia di pastori locali, Lorenzo Reina. Il bene è costituito dalla cavea, in cui sono collocati 108 cubi in tufo scolpito che riproducono la proiezione terrestre della costellazione di Andromeda, dall’orchestra e dalla scena, anch’essa in tufo. L’arco realizzato al centro della scena crea, grazie alla luce del tramonto, un’atmosfera suggestiva. Il teatro è stato presentato alla XVI edizione della Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, in un’esposizione curata dall’archistar Mario Cucinella. Per la sua singolarità dovuta al legame tra storia, arte e architettura, in molti lo stanno votando al censimento “I Luoghi del Cuore” 2020. Fa parte della classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Ampiamente segnalato anche il Teatro Massimo Bellini, uno dei simboli di Catania, che si affaccia su piazza Bellini, inserendosi armoniosamente nel contesto del centro storico, ed è collegato ai palazzi adiacenti mediante due portici. La sua costruzione iniziò nel 1812, ma si concluse solo nel 1887, a seguito del progetto dell’architetto Carlo Sada che lo ultimò in 7 anni. Venne inaugurato nel 1890 con la rappresentazione della Norma di Bellini, nativo di Catania. Il prospetto principale, in stile neobarocco, si ispira alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e presenta un portico con tre archi chiusi da cancelli in ferro. Al suo interno spiccano il petit foyer, la grande sala ovale da 1.200 posti, i quattro palchi e gli affreschi sul soffitto.
Altro “Luogo del Cuore” ben posizionato nella classifica provvisoria è Piazza Magione, nel centro storico di Palermo. Una piazza giardino, dalla forma quadrata e dal fondo coperto da un manto erboso, che si trova nel quartiere Kalsa e prende il nome dalla Chiesa della SS. Trinità detta “La Magione”, che vi si affaccia. Le sue caratteristiche sono state stravolte dai violenti bombardamenti che colpirono la città durante la Seconda Guerra Mondiale. È qui che si svolgono le celebrazioni in memoria della strage di Capaci, data l’appartenenza di Giovanni Falcone a questo quartiere. Il comitato “Piazza Magione nel Cuore” nasce dall’incontro di diversi cittadini e associazioni accomunati dalla volontà di rigenerare l’area, per permettere la rinascita del luogo, cominciando con la riqualificazione del verde.
Molto votato anche il Convento di Santa Maria di Gesù Superiore di Messina, forse il più antico convento carmelitano in Europa, costruito molto probabilmente sopra un monastero del 1166. Le sue vestigia sono state casualmente individuate nel 1989 durante i lavori per la costruzione di una strada. Alcuni studiosi ritengono che nella cripta sottostante la chiesa, ancora oggi interrata e da indagare compiutamente, si conservino le spoglie di Antonello da Messina, sulla cui sepoltura c’è un dibattito aperto tra gli storici che la situano alternativamente a Venezia e a Messina. Negli ultimi anni è stata attivata una raccolta fondi per il recupero dell’area e dei resti del convento con l’annessa cripta, di proprietà della Curia. Il comitato “Amici del Convento di Santa Maria di Gesù Superiore”, che si è attivato al censimento, è composto da un gruppo di volontari che dal 2011 si prende cura del sito archeologico e si occupa dell’apertura al pubblico.
Per il momento, ben classificata anche la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Assoro, facente parte di un complesso monastico, fondato dai Frati Francescani Riformati, che risale al 1622. Ogni superficie dell’edificio è stata ricoperta di pitture murarie, datate 1754 sull’architrave del portone d’ingresso. Mentre la chiesa ha mantenuto la sua originaria destinazione d’uso, il convento ha subito nel tempo numerosi cambiamenti, che hanno portato a conseguenti rimaneggiamenti della struttura. Al piano terra troviamo otto piccoli locali, probabilmente usati come locali di servizio e celle per i frati mentre nella grande stanza usata come refettorio è affrescata un’Ultima Cena ispirata nell’impostazione a quella di Leonardo da Vinci. Il complesso monastico rimase ai Francescani fino alla confisca dei beni ecclesiastici del 1866. La raccolta voti al censimento 2020 nasce dalla volontà dei cittadini di promuovere e valorizzare questo “Luogo del Cuore”.
Troviamo ancora, tra i luoghi finora più votati in Sicilia, la Biblioteca Lucchesiana, situata nel centro storico di Agrigento. Eretta dal conte Andrea Lucchesi Palli, vescovo di Agrigento, fu donata al popolo e aperta al pubblico nel 1765. Nella seconda metà del Settecento, infatti, il conte lasciò Palermo – dove era stato, fra l’altro, membro e direttore dell’Accademia del Buon Gusto e Canonico della Cattedrale – per essere eletto vescovo della grande Diocesi di Agrigento, poverissima e con un tasso altissimo di analfabetismo. Lucchesi Palli fu un grande ed eclettico studioso, che dedicò i suoi studi a svariate materie, dall’astronomia alla storia, dalla sociologia alle scienze umanistiche. Il fondo storico costituito dai circa 14 mila volumi della biblioteca personale del Vescovo, comprende 31 codici arabi e oltre 80mila documenti, di cui la metà anteriori al 1800. La Lucchesiana, ben nota a Luigi Pirandello, è la biblioteca del famoso romanzo Il fu Mattia Pascal. I voti raccolti in questa edizione del censimento FAI sono il segno del valore culturale del luogo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA