PALERMO – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) esprime «profondo dolore per le nuove tragedie nel Mar Mediterraneo che sono costate la vita ad almeno 45 persone». Ed esprime timore, perchè «i superstiti di una massiccia operazione di soccorso condotta in queste ore dalla Marina Militare riferiscono però di almeno altri 80 dispersi».
«Alcuni migranti condotti in salvo a Porto Empedocle riferiscono di due morti e quattro dispersi – spiega un post sul sito dell’Unhcr -. Contestualmente, un altro gruppo di 27 persone condotte in salvo dalle navi del dispositivo Mare Nostrum ieri mattina a Catania, riferisce che sul barcone su cui viaggiavano vi erano altre 75 persone, che risulterebbero quindi disperse in mare».
Si stima siano circa 500 i migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2014: «nonostante gli enormi sforzi sostenuti delle autorità italiane e l’aiuto costante prestato dalle imbarcazioni private, centinaia di migranti e rifugiati innocenti continuano a perdere la vita alle frontiere d’Europa».
L’agenzia Onu per i rifugiati ribadisce la necessità che «i governi forniscano urgentemente alternative legali ai pericolosi viaggi per mare, quali ad esempio il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie e l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare, garantendo alle persone disperate e bisognose di un rifugio la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo».
La procura della Repubblica di Catania ha aperto un’inchiesta in seguito alle dichiarazioni di operatori dell’Unhcr presenti in Sicilia, che avrebbero acquisito le testimonianze di alcuni dei 27 sopravvissuti al naufragio, arrivati ieri nel porto di Catania a bordo della nave Orione insieme ad altre centinaia di profughi, secondo cui ci sarebbero una ottantina i migranti dispersi nel naufragio di un gommone avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Sul fatto indagano la Squadra Mobile e la Capitaneria di porto di Catania.