Loris, è «omicidio volontario» E ora Santa Croce Camerina teme l’orco

Di Redazione / 30 Novembre 2014

RAGUSA – Santa Croce Camerina si è svegliata stamani attonita, sgomenta, sotto choc. Il paese del Ragusano non riesce a dare una spiegazione alla morte di Andrea Loris Stival, il bambino di otto anni che ieri è stato trovato senza vita in un canalone in cemento profondo due metri dopo non essere entrato a scuola. «È il momento del silenzio, la famiglia è unita e stretta in un grande dolore», dice un amico della coppia dopo averla incontrata. Eppure in paese si fa strada sempre più un’ipotesi strisciante: in pochi credono alla tragedia, all’incidente. Il dubbio maggiore è: «Come è arrivato il bambino fino a lì? ». Intanto la Procura ha aperto un fasciolo per «omicidio volontario», in attesa della conclusione dell’autopsia.  

 

Dal luogo dei ritrovamento alla scuola ci sono quasi tre chilometri che, spiegano alcuni ragazzi esperti del luogo, «non poteva raggiungere che percorrendo la strada provinciale». E per questo si domandano: «Come mai non lo ha visto nessuno? ». A questo quesito stanno cercando di dare una risposta polizia e carabinieri che indagano sull’accaduto. Anche stamattina gli investigatori restano però cauti: «Tutte le ipotesi sono aperte, non c’è alcuna pista privilegiata», affermano. L’unico particolare che emerge dall’ispezione cadaverica è un ematoma sul viso del piccolo, una piccola lesione, ma niente che possa spiegare cosa è accaduto. Per questo, spiega la Procura di Ragusa, che l’ha disposta, potrebbe essere dirimente l’autopsia eseguita questo pomeriggio nell’obitorio dell’ospedale di Ragusa Ibla. Da quanto si è appreso, i medici che hanno eseguito l’esame hanno stabilito che Andrea Loris Stival sarebbe morto diverse ore prima del ritrovamento. Quando il personale del 118 è arrivato, il cadavere presentava infatti un rigor mortis avanzato. Secondo altre indiscrezioni, il piccolo avrebbe fatto un “volo” di circa 3 metri all’interno del canalone in cemento dove è stato rinvenuto. Ma gli esiti ufficiali dell’autopsia non sono noti, l’esame non è concluso e proseguirà domani.  

 

Ma intanto un vicino di casa, Cristian, 18 anni, che conosceva il bambino da quando era nato, avanza un’ipotesi inquietante, quella che qui tutti temono: «Non può essere andato lì da solo, qualcuno deve avercelo portato». L’orco? «Potrebbe essere», dice. E le indagini provano a sondare anche questa pista. Secondo le testimonianze finora raccolte, il piccolo Andrea non sarebbe mai entrato a scuola (come confermato da Giovanna Campo, dirigente dell’istituto scolastico Falcone-Borsellino) e sarebbe stato visto dopo le 9 del mattino mentre passeggiava in paese, già senza lo zaino che portava sull spalle per andare a scuola. C’è un teste che conferma di averlo visto camminare a Santa Croce. E ora polizia e carabinieri stanno anche visionando le riprese dei sistema di sorveglianza degli esercizi commerciali della zona per cercare particolari che possanno essere utili alle indagini.  

 

La sorella del nonno paterno del bambino ha raccontanto che il piccolo Andrea «era diffidente, non si fidava degli estranei, non parlava con chi non conosceva perché era molto introverso ma anche molto ma molto intelligente». Ed è per questo che la donna ha spiegato di avere «tanti, tanti dubbi». «Un bimbo di otto anni non può fare – ha detto – tutta questa strada da solo”. Alla domanda dei giornalisti se il piccolo avesse potuto accettare un passaggio da uno sconosciuto la donna ha sostenuto di escluderlo e quindi il pensiero va ad una persona conosciuta: «Il dubbio c’è – ha affermato – è normale, non ne abbiamo la certezza ma il dubbio c’è e c’è anche la speranza che presto la magistratura, polizia e carabinieri risolvano il caso e ci dicano cosa è accaduto».  

 

L’interrogativo che torna e ritorna è sempre quello: come ha fatto Loris ad arrivare nel luogo dove è stato trovato morto? «Questa zona non è frequentata abitualmente, nè ho mai visto bambini da soli: ieri sono stato qui per molte ore ma non ho visto nessuno, soltanto i carabinieri che passavano per dei controlli» ha affermato Peppino Caggia, 87 anni, ex carabiniere e proprietario del Mulino Vecchio, struttura che si trova a poche centinaia di metri dove è stato trovato il corpo di Loris Stival. «Non conoscevo il bambino e non so chi fosse – precisa – ieri mi ha telefonato mio figlio per dirmi quello che era accaduto mentre stavo in chiesa. Non ho parole. Certo un bambino da solo qui è difficile che possa venire… ». E l’interrogativo torna. Ma finora non trova risposta. Per questo gli investigaori rinnovano l’appello alla cittadinanza a collaborare alle indagini: «Chi sa parli», dicono polizia e carabinieri. In particolare, in queste ore, si cerca lo zaino del bimbo di colore blu, con stringhe e spalliere gialle con la scritta “Toy story”.   

 

Ieri intanto il governatore Rosario Crocetta ha compiuto un sopralluogo sul luogo del ritrovamento a Santa Croce di Camerina e poi ha incontrato la famiglia del bambino morto. «Mi sento angosciato, come se fosse morto mio figlio, anche se non ho figli. Quando ho appreso ieri la notizia ho interiorizzato il dolore e ho sentito la necessità di partecipare di persona il mio dolore e la mia vicinanza» ha detto Crocetta subito dopo.

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