L’odissea di Faisal nel racconto di Filippa La Porta

Di Redazione / 13 Ottobre 2019

Catania Un’occasione preziosa di arricchimento intellettuale ed umano. È stato questo e tanto altro la presentazione del libro “Di notte…le stelle”, Maurizio Vetri Editore, della docente ennese Filippa La Porta, che nella sede di Catania della Mondadori, in Piazza Roma 18, ha incontrato i lettori.

“Di notte… le stelle” non è semplicemente un testo narrativo sulla migrazione, ma l’autrice La Porta ha dato voce, attraverso la sua scrittura, ad un migrante ghanese Faisal Igala, uomo che ha lasciato la sua terra ed ha affrontato le peripezie della traversata in mare alla ricerca di un altrove in cui rifugiarsi, ma per lui si sono aperte le porte del carcere di Enna, in quanto accusato di omicidio plurimo doloso, pluriaggravato da motivi abietti e futili e dalle circostanze di tempo e di luogo. Aspetti questi che sono stati evidenziati da Cristina Graziano, docente e giornalista, che ha moderato la serata e conversato con l’autrice, Faisal Igala ed i relatori.

A spiegare la genesi del libro è stata Filippa La Porta, che si è soffermata sulla sua esperienza di docenza nel carcere di Enna, dove ha sperimentato quanto possa fare la differenza quella relazione empatica tra docente e discente, basata sull’ascolto dell’altro, di cui decriptare i bisogni inespressi. “Ho compreso che in carcere noi docenti rappresentavamo per i nostri studenti gli elementi di rottura della loro routine. Per questo cercavo di rendere accattivanti le lezioni e Faisal ha subito rappresentato lo studente ideale, curioso e desideroso di imparare per migliorare, per migliorarsi, comprendendo cosa gli stesse accadendo. – ha affermato -. In questo libro abbiamo ricostruito la sua vicenda personale, una storia complessa che affonda le sue radici in Ghana, con la pudica innocenza di un popolo che non conosce differenze di religione, il viaggio nel deserto del protagonista, il terrore in Libia, il dramma della traversata alla volta della desiderata Italia alla ricerca di un sogno quasi inafferrabile, l’esperienza della detenzione”. Detenzione ingiusta, tanto che dopo quattro anni Faisal è stato assolto, grazie all’impegno del suo legale, avv. Andrea Di Salvo, che si è fatto carico del caso umano, prima che giudiziario. “Non è stato semplice e mi preme sottolineare in quest’occasione una caratteristica di questo testo: il maggiore merito dell’autrice è quello di aver raccontato con diabolico candore la migrazione: non ha espresso la sua posizione in merito, ma ha fissato la testimonianza di Faisal, di una vita, fatta di speranze, paure e voglia di libertà. La verità è scomoda”. Su questo ha insistito l’editore Vetri: “è un testo singolare, perché nel pullulare dei libri sulla migrazione, “Di notte…le stelle” la racconta in maniera singolare, dando voce al migrante. La scrittura semplice, rispondente all’eloquio di Faisal, lo candida all’adozione anche come testo di narrativa a scuola”.

Il libro è, quindi, testimonianza di vita vissuta da parte di chi, nell’ immaginario collettivo, rappresenta il diverso, l’altro da noi, in cui vengono proiettate le ansie e le paure di questa società liquida.

“Nei migranti si vede una minaccia alla nostra identità – ha sostenuto Antonino Rapisarda, docente di Storia e Filosofia -, ma credo sia opportuno riflettere su questo concetto: l’altro rappresenta per noi una diminutio o un arricchimento?”.

Protagonista indiscusso della serata Faisal Igala che si è raccontato ai presenti, mostrando come la fede incrollabile nel suo Dio, il totale abbandono alla Sua volontà e la ferma convinzione che l’impossibile potesse diventare non solo possibile, ma realtà concreta hanno permesso che il miracolo si realizzasse.

Tante le implicazioni di questo testo a livello sociologico, psicologico, geopolitico oltre che pedagogico e “ripercorrendo, attraverso le emozioni che una scrittura agevole riesce a modulare, il lettore vive una storia che è la storia dell’essere umano, metafora di un viaggio che è ricerca di un “luogo altro”, capace di ridare al protagonista di queste peripezie fisiche e spirituali ciò che gli è essenziale, vitale – ha concluso Cristina Graziano -. Un testo da leggere per riscoprire la dimensione autentica dell’essere umano indipendentemente dalle variabili dell’esserci. E pagina dopo pagina il profumo della ritrovata libertà inebria il cuore e “sgombra” la mente: la scrittura si fa terapia e ciò porta alla catarsi”.

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