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L’ex direttore di Banca Nuovacondannato per usura bancaria

L’ex direttore di Banca Nuova condannato per usura bancaria

Secondo l’accusa, Francesco Maiolini non avrebbe impedito, pur avendo l’obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi e applicati interessi usurari. Nell’inchiesta rimase coinvolto anche l’ex procuratore di Palermo, Francesco Messineo

Di Redazione |

PALERMO – L’ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, è stato condannato a otto mesi, pena sospesa, per usura bancaria. Una sentenza storica, perché tra le prime in Italia per questo tipo di reato. Il processo si è svolto con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo Vittorio Anania. I pm erano Marco Verzera e Claudia Ferrari. Gli altri due indagati, il presidente dell’istituto di credito Martino Breganze e il direttore dell’area commerciale Rodolfo Pezzotti, sono stati rinviati a giudizio per lo stesso reato e saranno processati a partire dal 18 maggio davanti al Tribunale di Palermo. Secondo l’accusa, gli indagati “non impedivano, pur avendo l’obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi e applicati interessi usurari”. In particolare, i tassi avrebbero inciso rispettivamente per cinquemila euro (di cui 4 mila compensati) e 3.495 sui conti di due società. Furono gli stessi titolari dei conti a denunciare la banca. I fatti sono stati commessi tra il 2009 e il 2010.  

L’inchiesta è quella che ha coinvolto anche l’ex procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Maiolini, infatti, aveva chiamato alcuni magistrati per avere informazioni sull’indagine in corso e avrebbe così appreso dal procuratore di Palermo notizie che in teoria non avrebbe dovuto conoscere. Il procuratore, poi indagato per violazione del segreto istruttorio a Caltanissetta, si è sempre difeso dicendo di avere comunicato a Maiolini cose di cui era già a conoscenza avendo ricevuto l’avviso di conclusione d’indagini. L’inchiesta a carico di Messineo fu poi archiviata su richiesta della stessa procura di Caltanissetta. Archiviata anche la procedura che fu avviata dal Csm per il trasferimento d’ufficio di Messineo.  

L’inchiesta su Messineo era stata aperta nell’autunno del 2012 quando l’allora procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, inviò a Caltanissetta gli atti del fascicolo che riguardava un’indagine del capoluogo siciliano su presunti casi di usura bancaria a carico di alcuni funzionari e dell’ex manager Maiolini. Dall’indagine erano emersi contatti tra Messineo e Maiolini e la comunicazione da parte del procuratore di alcune informazioni relative all’inchiesta in corso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA