Catania – Si moltiplicano le iniziative volte a reagire all’isolamento sociale cui la pandemia ci costringe, e sono idee e proposte tese a creare nuovi tipi di contatti e di legami e nuove forme di comunità. Questo il senso delle “letture al telefono” per le persone anziane o che vivono sole e isolate a causa del virus. Un’idea lanciata dalla libraia triestina Samanta Romanese che ha creato una squadra di lettori volontari mettendoli in contatto con le persone che gradiscono ascoltare la lettura di alcune pagine di un romanzo per venti minuti al giorno. Una proposta che ha suscitato grande interesse al punto che i volontari si sono proposti da tante parte d’Italia. Nella nostra città qualcosa di analogo lo fa Cono Cinquemani, che non è libraio, ma è un grande appassionato di libri al punto da avere fondato l’associazione culturale LAB5 con un triplice ambizioso obiettivo: insegnare a pensare bene, educare alla rivoluzione verde, a partire dall’eliminazione della plastica dalla dispensa di casa, e, soprattutto, praticare la “libroterapia”. Un esercizio, quest’ultimo, che Cono Cinquemani pratica servendosi di una “ambulanza letteraria”, la sua auto piena di libri con cui va nei centri e nei paesi che non hanno una libreria per offrire testi e letture in pubblico.
A partire dal periodo del lockdown, inoltre, l’associazione LAB5 ha dato vita a un progetto di letture per bambini attraverso la sua pagina Facebook. In particolare vengono lette le “Favole al telefono” di Gianni Rodari, oltre ad essere presentati saggi e romanzi secondo un calendario anch’esso pubblicato sui social. Per questo periodo di feste Cono Cinquemani ha organizzato a San Cono, con l’appoggio del sindaco, un Natale – on line e in presenza – dedicato alla cura dell’anima attraverso la lettura, nella convinzione che la condivisione delle parole dei grandi letterati e pensatori siano un “vaccino” utile ad affrontare al meglio questa festività così atipica. “Merry & Bright”, questo il nome dell’iniziativa, è anche un modo per creare momenti di coesione tra i cittadini e di affrontare insieme le paure e le preoccupazioni legate alla pandemia. Una sorta di “piano terapeutico culturale” contro il virus volto a fare in modo che questo periodo di profonda crisi possa essere anche un’occasione di rinascita.
Quest’anno non è andata bene, invece, l’iniziativa “Io leggo perché” promossa dal ministero dell’Istruzione insieme alle librerie per sollecitare da parte degli adulti l’acquisto di libri da donare alle biblioteche scolastiche. «On line questo progetto non ha funzionato – spiega Luisa Cavallotto dell’omonima libreria – mentre negli anni scorsi, in presenza, ha avuto un grande successo. Ci siamo gemellati con alcune scuole e le classi di ogni genere e grado venivano in libreria dove le persone del nostro staff e alcuni volontari, tutti con il cappellino e la maglietta dell’iniziativa, leggevano testi relativi all’età dei presenti. I ragazzi si appassionano e, a loro volta, invitano gli avventori della libreria a regalare alcuni libri alla loro scuola. Li chiamiamo “messaggeri” della passione per la lettura. Ma nel tempo abbiamo constatato che è difficile trovare volontari per la lettura».
Eppure, nonostante questa consapevolezza, Luisa Cavallotto si dice pronta ad attuare anche a Catania le “letture al telefono” se ci saranno volontari disponibili a mettersi in gioco. E lo stesso assicura di voler fare, dopo le feste natalizie, Maria Carmela Sciacca della libreria Vicolo Stretto che si è già messa in contatto con la collega di Trieste. Stessa disponibilità da parte di Umberto Bruno che gestisce da solo la libreria indipendente “Pescebanana”. Per le librerie che fanno parte di catene nazionali il discorso è più complesso ed improbabile, ma Valentina Agosta della Mondadori non esclude che si possa fare. Intanto offre un servizio di consulenza telefonica per la scelta di libri da regalare per questo Natale in cui in tanti – vuoi per le limitazioni spinte dalla pandemia, vuoi per la campagna della Confcommercio “Io compro sotto casa” – stanno ritornando a fare acquisti nei negozi di quartiere. Ed è una decisione importante non soltanto per scongiurare che tante attività chiudano ma anche per evitare la desertificazione di molte zone di città, a partire dai centri storici.