Palermo – La battaglia per lo sviluppo sostenibile si vince o si perde nelle città. La citazione, solennità a parte, contenuta nei documenti che accompagnano l’Agenda 2030 costituisce l’incipit del rapporto Ecosistema urbano 2019 di Legambiente sulle performance ambientali delle città. E se le graduatorie ambientali nazionali vedono agli ultimi posti Siracusa e Catania in riferimento però in riferimento alle criticità della rete idrica e della raccolta rifiuti, anche la scommessa della mobilità urbana rimane tutta da vincere.
Per Gianfranco Zanna, confermato presidente regionale di Legambiente «abbiamo espresso un parere largamente positivo sull’esperienza del tram a Palermo, mi auguro invece che non risultino fondate le voci che circolano sull’ipotesi di chiusure del servizio analogo nella città di Messina che in Sicilia fu la prima esperienza ad affermarsi nel suo genere». Zanna poi dedica un plauso a parte sull’esperienza della Circumetnea a Catania: «che ha il merito di valorizzare il trasporto su rotaie in città, bisogna spingere in questa direzione – aggiunge – come è valida l’iniziativa dell’Ast che collega alcuni paesi della zona con la stazione centrale di Catania». Tutto ciò che contribuisce cioè ad alleggerire il numero di auto in circolazione e rendere fluido il meccanismo del trasporto per Zanna ovviamente è ben accetto, ma la vera partita si gioca a suo avviso sulle Ztl e sulla chiusura dei centri storici su cui Legambiente è oltranzista: «per i grandi spazi urbani non ci sono alternative a questo tipo di scelte – commenta – al di là dei dibattiti più o meno occasionali, non ci sono altre vie».
Inoltre Legambiente rilancia sul rinnovo dei mezzi pubblici, molti dei quali sono «obsoleti», serve la diffusione capillare degli autobus elettrici, i mezzi a gasolio- rilancia lo stesso Zanna- vanificano tutti gli sforzi, senza contare l’inquinamento che viene dai porti. A Palermo per esempio l’esperienza delle navi da crociera va solo fino a un certo punto nella direzione dei porti “verdi”. Occorrerebbe una volta attraccati spegnere i motori e alimentarsi per la sosta con la rete elettrica». Un problema questo –sottolinea Legambiente- che riguarda anche i traghetti che assicurano i collegamenti con le isole minori che «inquinano di più e hanno motori vecchi e spesso superati nella loro concezione». Per incentivare l’acquisto di auto elettriche manca una rete capillare di colonnine elettriche per la ricarica: «los corso anno abbiamo dato un riconosciemtno alla città di Terrasini che si è distinta in tal senso- ricorda Zanna, ma anche in questo caso manca la continuità sostanziale della svolta culturale e gli episodi che testimoniano l’adattamento alla proiezione dettata dai tempi di oggi è solo sporadica e occasionale. Tra questi merita di essere citato, secondo Legambiente, il caso di alcune aziende private «come ad esempio la Sibeg per il trasporto della Coca cola, cita Zanna che si è dotata di un intero parco di veicoli elettrici e ha una sua rete di colonnine per la ricarica, attraversando la Sicilia con mezzi che non inquinano».
Duro infine per Zanna il giudizio sui treni di Sicilia, conclamato e storico anello debole del sistema-trasporti: «nel rapporto Pendolaria il cui lancio faremo a Palermo il 16 dicembre, la Sicilia è presente con due delle linee più disastrate nella classifica della prime dieci in Italia». Tanto per non farsi mancare niente.