CATANIA – Si scende una ripida scala e sotto si apre un ambiente del tutto inaspettato. Siamo sotto la chiesa di San Giuseppe al Transito, vicino Castello Ursino, nell’antico quartiere ebraico: qui un tempo c’era uno di torrioni dello stadio romano, poi trasformato nel Medioevo in accesso alla città, la celebre Porta della Decima, sotto cui si versava il dazio (un decimo del raccolto) al sovrano. Qui sotto passarono anche i catanesi ribelli al re Federico, sorta di Forche Caudine: alcune tracce dell’antica porta restano sulla fiancata settentrionale dell’edificio. E’ una chiesa antica, San Giuseppe al Transito, e persino i catanesi scopriranno – questo weekend (dal 25 al 27 ottobre) e il prossimo, venerdì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19 con Le Vie dei Tesori in collaborazione con Acquedotte – la misteriosa cripta settecentesca, con i “colatoi” ancora integri, per l’essiccamento dei cadaveri. Poco lontano, la chiesa di Santa Maria dell’Aiuto (aperta venerdì e sabato dalle 9 alle 12 e dalle 16,30 alle 19, domenica dalle 9 alle 11 e dalle 16,30 alle 18,30) ha una storia particolarissima: ospita un’icona della Madonna col Bambino che la devozione popolare vuole miracolosa: fino al terremoto, la Madonnina era in una teca sulla strada, ma non era sicura anche perché troppa gente si fermava per chiedere miracoli; fu quindi trasportata dentro la chiesa che era inizialmente intitolata ai SS. Pietro e Paolo, che furono così “spodestati”. In un vano rettangolare attiguo, sorge la cappella della Madonna di Loreto, fatta costruire nel 1740 dal canonico Giuseppe Lauria; ospita il modello della Casa Santa della Madonna a Loreto, realizzata con argilla impastata dalla polvere spazzata per devozione dai fedeli. Tradizione vuole che la Santa Casa sia stata trasportata in volo dagli angeli da Nazareth a Loreto, e per questo motivo papa Benedetto XV nominò la Beata Vergine di Loreto “patrona di tutti gli aeronautici”.
Sono soltanto due dei cinquanta siti che Catania aprirà in questo quarto (e penultimo) weekend de Le Vie dei Tesori, da venerdì 25 a domenica 27 ottobre, forte degli oltre 15mila visitatori che hanno affollato i luoghi (ma anche le numerose “esperienze” nei primi tre fine settimana del festival. Sarà un fine settimana pienissimo: si potrà percorrere un viaggio nella tradizione di sant’Agata toccando tutti i siti noti ai devoti: da San Placido, che inglobò i ruderi di quella che era considerata la casa natale della vergine martire, a Sant’ Agata La Vetere, che fu la prima cattedrale di Catania e dove furono conservate le reliquie della santa, fino a Sant’Agata al Carcere, dove tradizione vuole che fu rinchiusa la giovinetta prima del martirio. Sarà l’ultimo weekend disponibile per visitare l’Anfiteatro romano, il “colosseo nero”, come lo chiamano i catanesi, che per imponenza è secondo soltanto all’originale romano. Da non perdere, inoltre, l’Ipogeo romano, una delle poche tombe monumentali di età romana imperiale che ancora si possono ammirare a Catania. Ultima possibilità anche per la Biblioteca Regionale (la più antica della Sicilia) con i suoi 450 mila tra incunaboli, manoscritti e cinquecentine, aperta solo venerdì e domenica; per visitare l’imponente e sfarzoso Palazzo Manganelli, assolutamente tra i siti più amati del festival (incantò Visconti che qui volle girare scene del suo “Gattopardo”), disponibile solo domenica. Venerdì e sabato sono aperte anche le Ciminiere dove si aggiungono a sorpresa le antiche raffinerie: alle tre distinte collezioni museali – si passa dalle mappe e carte geografiche rinascimentali alle “pizze” e locandine d’epoca al Museo dello Sbarco, dove vive un pezzo di storia – si aggiunge infatti anche la struttura della raffineria dello zolfo edificata nel 1830. Sarà una tour che consentirà un’interessante immersione in un esempio di archeologia industriale: dalle antiche vasche di sublimazione dello zolfo da cui svettano le antiche ciminiere al progetto di recupero ai fini culturali voluto dall’architetto Leone che pensò di sfruttarne i volumi come spazi multifunzionali.
Ultimo weekend anche per il Cutelli, il convitto per “giovini e nobili signori” Tra i luoghi e l’esperienze su prenotazione, tornano poi per l’ultimo sabato le visite teatralizzate sulla cupola della Badia di Sant’Agata, percorrendo il camminamento segreto delle monache, oppure si può gustare un calice di rosè Planeta al tramonto. Tra i luoghi su prenotazione non perdete la possibilità di salire all’inaccessibile cantoria e da lì, alla terrazza del monastero di San Giuliano; visitare il museo Diocesano arrivando sui camminamenti di Porta Uzeda oppure scendere nelle antiche terme romane sotto piazza Duomo; meravigliarsi di fronte ai 78 “falsi” d’autore di Centuripe che il famoso archeologo Guido Libertini volle esporre tra i reperti del Museo di archeologia dell’Università (aperto però soltanto venerdì). Senza dimenticare che da Palermo partono i Viaggi dei Tesori alla scoperta di Catania. Ogni weekend del festival, in compagnia di una guida esperta che conosce tutti i segreti nascosti tra vicoli e piazze, una notte indimenticabile in un palazzo storico, due snack alla scoperta dello street food catanese e una cena da non perdere. Sempre da Palermo, infine, e solo domenica, ultima occasione per prendere il bus che vi accompagnerà nel capoluogo etneo per rientrare in serata.
Per restare aggiornati sul festival, c’è il sito www.leviedeitesori.com. Info al call center allo 0918420104, tutti i giorni dalle 10 alle 18.