Sono tutte bellissime, pulitissime e soprattutto vuote. Aspettano le persone le piazze di Sicilia immortalate dal fotografo Armando Rotoletti in questi giorni nell’Isola per presentare il suo ultimo lavoro. Ottantadue piazze ritratte in una “solitudine” che le congela nella loro bellezza. Con la luce dell’alba o a mezzogiorno, nel giorno di Pasqua o di mercato.
Perché le piazze, Rotoletti?
«Perché ho il convincimento che i nostri beni culturali siano sottostimati e poco valorizzati. Mi pareva assurdo che non ci fosse qualcosa che documentasse le piazze in maniera organica. Le piazze, secondo me, sintetizzano la bellezza architettonica e storica della nostra regione. Mi piaceva l’idea di poter far vedere ai ragazzi le piazze così pulite, secondo me è una bella esperienza visiva utile, sia per loro che per i turisti. E poi, le piazze perché sono per noi un luogo simbolo, o per lo meno, lo sono state. L’auspicio è che possano tornare ad essere il centro della vita sociale».
Oggi le piazze sono altrove, nei centri commerciali, per esempio, che, non a caso, copiano il disegno urbanistico delle città, con i viali, le fontane, le scalinate…
«Assolutamente sì, come dice il prof. Settis questa è una causa santa che dobbiamo combattere tutti e, secondo me, si comincia a vedere qualche spiraglio. Per esempio il sindaco di Palermo, Orlando, nella scorsa legislatura ha fatto chiudere al traffico qualcosa come 22 piazze. Liberare le piazze dalle auto vuol dire rivitalizzare il quartiere intorno, ridare fiato agli artigiani, ai locali, al commercio».
Quali difficoltà logistiche ha incontrato per fare queste foto con le piazze deserte?
«E’ stato difficilissimo. Ho spedito 256 mail alle varie amministrazioni comunali per chiedere di liberare le piazze da autoveicoli e attrezzature di ristorazione che ne sconvolgono la fisionomia. Abbiamo spostato di tutto, dagli ombrelloni alle piante, e nonostante i vigili mettessero gli avvisi di chiusura al traffico due giorni prima, c’era sempre il turista o l’esercente di turno che dimenticava la macchina e ci costringeva a chiamare il carro attrezzi. Però devo dire che questo lavoro è anche la dimostrazione che poi non ci vuole tutta questa fatica a liberare queste piazze dalle auto, ci vuole semplicemente un po’ di volontà politica».
Le foto sono state scattate in diversi momenti della giornata.
«Sì, quando ho potuto le ho fatte alle sei del mattino, altre volte invece ho dovuto scegliere mezzogiorno, l’una, le due. Ho cercato però di evitare quella luce tipica calda cui siamo abituati, quel giallo molto intenso tipico delle piazze barocche siciliane e delle immagini da cartolina».
Piazza Garibaldi, Rosolini
La sua piazza preferita?
«Quella di Ispica, ritratta in copertina, con Santa Maria Maggiore che mi ricorda molto la piazza, anzi il cortile del collegio in cui ho trascorso la mia infanzia, sulla collina che domina lo Stretto di Messina».
Qual è lo stato di salute delle piazze siciliane?
«La quasi totalità delle piazze che ho fotografato sono state restaurate in questi ultimi anni e poi, essendo in genere i luoghi più centrali, sono anche quelli più curati. Adesso, però, hanno cominciato a scrivermi delle persone per segnalarmi le piazze tenute male, recentemente un signore mi ha indicato quella di Terrasini ed io stesso ho scritto un post per chiedere alla gente di segnalarmi le loro piazze del cuore ed anche quelle di cui dovremmo prenderci più cura».
Piazza Duomo, Erice (Trapani)
A guardare le foto delle sue piazze viene in mente il lavoro di un altro grande fotografo siciliano Ferdinando Scianna. Le sue foto l’hanno ispirata in qualche modo?
«Devo dire che ho seguito molto il mio istinto l’unica ispirazione è stata tornare nella piazza di Nicosia fotografata da Scianna negli anni Sessanta e pubblicata nel suo famosissimo libro “I siciliani”. Sono tornato apposta nel giorno di Pasqua per fotografarla nella stessa posizione e con lo stesso sfondo con lui l’aveva fotografata lui, con la differenza che nella sua c’erano i contadini che si incontravano in piazza, nella mia si vede la processione del Cristo risorto nella domenica di Pasqua».
I nomi più inflazionati delle piazze sono Vittorio Emanuele e Garibaldi. Lei a chi la intitolerebbe una piazza?
«Effettivamente si potrebbe provare a cambiare nome a qualcuna di queste piazze per esempio con qualche personaggio che ha fatto grande la nostra terra, penso a Falcone, Borsellino o Rita Atria».
Twitter: @carmengreco612