Non è più il palazzo di cemento, ora sono le “Due torri” il quartier generale della narco-famiglia degli Arena, i gestori dello spaccio a Librino. I pusher in forno, si sono spostati di poco, è bastato loro attraversare la strada. La piazza più fiorente per cocaina e marijuana, infatti, si trova proprio di fronte al famigerato “palazzo” all’altezza del numero 7 del viale San Teodoro.
È qui che all’alba la polizia su delega della Dda della procura ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di di Catania, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di marjuana e di cocaina e alla detenzione di sostanze stupefacenti, nei confronti di 20 persone. Tra di loro c’è anche un minorenne (accusato per reati sempre nell’ambito dello spaccio) e portato adesso in una comunità. L’indagine, avviata nel marzo del 2018 dalla Squadra Mobile di Catania insieme con il commissariato di “Librino” si è incentrata proprio su questa piazza “storica” dello spaccio a Catania e copre un arco di tempo fino all’aprile scorso.
Secondo gli investigatori ci sarebbero elementi certi in relazione all’esistenza di un gruppo ben organizzato che gestiva con regolarità e costanza la compravendita di marijuana e di cocaina, con una perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi dello stupefacente. Un “classico” dell’organizzazione dei gruppi criminali che trafficano in stupefacenti, rodata e collaudata in tutti i quartieri della città e perfettamente funzionante. Fino a quando le forze dell’ordine non si mettono di mezzo per far inceppare il meccanismo.
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Pazienza, caparbietà, esperienza, hanno fatto sì che gli investigatori prendessero le misure al “sistema” scoprendo come di muovevano i pusher. Per evitare di essere “osservati” – per esempio – avevano innalzato dei muri di cinta abusivi attorno ai luoghi di spaccio, sotto il portico del palazzo, che “nascondevano” gli spacciatori ad occhi indiscreti. La polizia ha fatto distruggere una prima volta questi “muri”, ma loro ne avevano innalzato di nuovi. Nonostante questo, gli investigatori sono riusciti ugualmente a piazzare delle microvideocamere sotto il portico incriminato, riprendendo per mesi le operazioni del traffico di stupefacenti e ottenendo prove sull’attività illecita che si praticava alle “Due torri”.
L’operazione è stata chiamata “Bergen Town”, (nella città norvegese di Bergen, i troll (i folletti) sono una tradizione e si dice che possano vederli solo i bambini) dal murales, dipinto su una parete al centro della piazza di spaccio con un folletto che fuma marijuana e la scritta “i folletti del palazzo non amano farsi vedere e svaniscono come fossero fatti di fumo”. Stavolta però i folletti non sono riusciti a rendersi invisibili.
Infine una notazione. Il posto era stato utilizzato anche come “set” per realizzare il video del brano musicale “Quartiere Librino” di Agata Arena, cantante neomelodica, nipote del pregiudicato Giovanni Arena, per 18 anni latitante.