Le dee di Morgantina all’Expo di Milano ma è polemica sul “trasferimento”
Le dee di Morgantina all’Expo di Milano ma è polemica sul “trasferimento”
L’assessore Purpura: «Uno spot per la Sicilia». L’archeologo Bell: «Restino ad Aidone»
Non solo gli Argenti ellenistici lasceranno il museo di Aidone per volare al Metropolitan museum di New york, ma anche le Dee di Morgantina abbandoneranno per qualche tempo la Sicilia per diventare guest star dell’Expo di Milano. L’Isola, infatti, metterà in mostra uno dei suoi tesori più belli all’Esposizione milanese che si svolgerà da maggio a ottobre. E lo farà scegliendo gli Acroliti in marmo bianco di Demetra e Persefone, che nel 2009 il Bayly art museum della Virginia University, dove erano custodite, accettò di restituire all’Italia nell’ambito degli accordi internazionali che portarono anche al rientro della Dea di Morgantina, dopo 22 anni, dal Getty Museum. Gli acroliti sono statue di grande fascino realizzate da elementi lapidei per la raffigurazione del volto, delle braccia o delle mani; mentre il resto veniva creato con legno e altro materiale come l’avorio. La statua veniva poi adornata da drappeggi che la rendevano “viva”. In questa suggestiva veste sono state restituite, nel 2009, ai visitatori del museo di Aidone che possono ammirare le Dee di età arcaica: madre e figlia, Demetra e Kore. La divinità delle messi, della terra, della vita. E “Sicilia madre terra” è uno dei progetti per l’Expo. «La scelta non è stata casuale – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Antonio Purpura – perché questi tesori sono tra i più significativi della Sicilia e verranno disposti al centro del padiglione dedicato alla nostra regione. Saranno in mostra nel cuore della Sicilia all’Expo e potranno essere quindi ammirate dai milioni visitatori di tutto il mondo che saranno a Milano in occasione di questo evento internazionale». La Regione ha scelto dunque di mettere in mostra gli Acroliti di Morgantina creando una sorta di agorà, una piazzetta che troneggerà al centro del padiglione Sicilia attorniate dagli altri tesori: l’enogastronomia, in primis. E poi le bellezze e le tradizioni siciliane. «Ma l’intento è duplice – dice l’assessore Purpura – perché certo sarà motivo di vanto per la Sicilia esporre opere così belle quali le Dee e, dunque, far sì che possano essere conosciute dai turisti in visita all’Expo. Ma, soprattutto, questa straordinaria esposizione sarà occasione di una promozione nuova. Il nostro intento è attrarre visitatori da tutto il mondo in Sicilia e sfruttare l’occasione Expo anche in tal senso: a nostra volta, promuoveremo eventi legati ai nostri tesori in Sicilia in concomitanza con l’evento di Milano. E puntiamo a incrementare i flussi turistici non solo nelle settimane Expo». Aidone, dunque, sarà al centro di una promozione di carattere mondiale. Ma la scelta della Regione ha sollevato polemiche da parte di archeologi, storici e cittadini non solo dell’antica Morgantina. «Dopo il prestito degli Argenti al Met di New York – dice l’archeologa Serena Raffiotta – adesso è la volta degli Acroliti. Il museo di Aidone perderà alcuni dei suoi tesori più preziosi senza avere nulla in cambio e questo, certamente, ne danneggerà immagine e valenza culturale». A capo della rivolta popolare contro la decisione di spogliare le sale museali anche un archeologo americano, Malcolm Bell, che nel territorio ennese ha lavorato per anni dirigendo la missione archeologica di Morgantina. Il docente della Virginia University ha scritto al sindaco di Aidone per chiedere di fare un passo indietro. «Ho lottato per molti anni – dice Bell – per fare tornare le preziose sculture in Sicilia e nel 2009 ho avuto la soddisfazione di vedere le due divinità esposte in una mostra pubblica degna della loro importanza storica e culturale, dentro il Museo archeologico di Aidone che è la loro giusta casa. Allora non immaginavo che gli Acroliti sarebbero partiti se non per i più seri motivi. Come gli Argenti ed altri capolavori, gli Acroliti sono “inamovibili” di natura. Il grande progetto di rimpatriarli era condiviso da molte persone tutte unite nell’obiettivo di ricontestualizzare le sculture nel luogo dov’erano venerate per secoli e da dove furono strappate illegalmente. L’assenza degli Acroliti nel Museo sarà quindi sentita con disappunto dagli studiosi e dai turisti tutti, fra cui i tanti ragazzi delle scuole siciliane. L’assenza degli Acroliti danneggerebbe l’immagine del Museo, già penalizzata dal prestito del Tesoro di Eupolemos, e avrebbe un effetto economico negativo sul paese di Aidone. Le grandi opere non dovrebbero divenire casuali ambasciatori mondani: la loro bellezza e significato storico sono qualità meglio apprezzate nel loro contesto originario». Per questi motivi, l’archeologo statunitense dice “no” al trasferimento delle sculture a Milano. «Ben più importante oggi per Aidone sarebbe una revisione – dice Bell – pensata e ragionevole dell’accordo impraticabile sugli Argenti, firmato nel 2006 dall’assessorato, dal ministero e dal Metropolitan Museum». Da parte sua, il governo regionale puntualizza il fatto che gli accordi siano stati redatti dallo Stato nell’ambito di patti internazionali. «Non possiamo che rispettare quanto concordato in passato – dice l’assessore ai Beni culturali della Sicilia, Antonio Purpura – e inviare gli Argenti al Metropolitan Museum di New York come deciso dai governi nazionale e americano. Il decreto Sgarlata che ha stilato la lista dei beni inamovibili, tra cui appunto gli Argenti di Aidone, non teneva conto di questo accordo. Adesso, la Regione ha messo in atto un tentativo di ri-negoziazione del patto e ci impegnano a rivedere, in futuro, quanto concordato con il Met di New York che prevede il rientro, ogni 4 anni, del Tesoro di Eupolemos. L’intento del governo regionale è di proporre altri reperti in cambio degli Argenti di Aidone, di pari pregio e valore storico, ma meno vulnerabili e delicati. È importante evidenziare tuttavia che, in occasione dell’arrivo degli Argenti tra le sue vetrine, il museo americano si impegna a restaurare i preziosi reperti, così come detta la convenzione». I 16 pezzi ellenistici, dunque, saranno protagonisti di interventi di restauro conservativo sotto la supervisione di un esperto nominato dallo Stato italiano. Lavori delicati e necessari alla luce delle recenti indagini diagnostiche che ne avevano evidenziato situazioni di degrado e microfratture. «L’accordo con il governo americano ha consentito alla Sicilia di riavere la Dea di Aidone e gli Argenti di Eupolemos – dice l’assessore Antonio Purpura – e va rispettato, come ogni patto. Tuttavia proveremo a rivederlo proprio alla luce della delicatezza di questi tesori ellenistici. Ma il senso dei nostri prestiti, oggi, è quello di far conoscere la meraviglia della Sicilia e attrarre visitatori da tutto il mondo, ammaliati da reperti unici e desiderosi di scoprirne ancora altri».