Di fatto ha preso il via ieri mattina dinanzi al giudice monocratico del Tribunale Ricotta il processo a sette persone per i reati di lottizzazione abusiva, abusi edilizi e la violazione di varie norme in materia urbanistica. È la vicenda delle ville sorte alle Dune di San Leone, il cui iter per la realizzazione sarebbe stato avviato nel 2008, quando l’Ufficio tecnico del Comune di Agrigento avrebbe rilasciato le concessioni. Poco dopo prese il via l’inchiesta sulla presunta mala amministrazione denominata «Self Service», che portò al blitz del novembre del 2011, e la scoperta di decine di concessioni e licenze edilizie rilasciate dietro il pagamento di tangenti. Gli imputati sono: Sebastiano Di Francesco, 54 anni di Agrigento e Luigi Zicari, 61 anni di Agrigento, rispettivamente ex responsabile e dirigente dell’Utc del Comune; Domenico De Michele Granet, 46 anni, di Agrigento e Rosa Maria De Michele Granet, 48 anni, di Agrigento, proprietari del terreno e delle ville; Ali Borzoee, 55 anni, nato a Mashhad (Iran) e residente a Favara, direttore dei lavori; Pietro Vullo, 43 anni, di Agrigento; Roberto Gallo Afflitto, 43 anni, di Agrigento, progettista. L’udienza inaugurale svoltasi nel marzo scorso fu subito rinviata al 10 giugno per difetti di notifica a un avvocato degli imputati. E non è mancato un colpo di scena. Al momento della presentazione delle richieste di costituzione di parte civile, fissato secondo «copione» prima dell’apertura del dibattimento ci si è accorti che mancava tale richiesta da parte del Comune. Per un disguido, l’avvocato che assiste Palazzo dei Giganti in questa vicenda si è presentato quando l’udienza era già iniziata e con essa il dibattimento, fuori tempo massimo dunque per presentare l’istanza di costituzione di parte civile. Il legale ha preannunciato come il Municipio sarà comunque parte lesa nel procedimento. Preso atto di questo curioso episodio, il giudice Ricotta ha accolto la richiesta di prove testimoniali da parte degli interessati e ha rinviato l’udienza al 30 settembre per l’escussione dei primi testi in lista. Da ricordare come la vicenda di queste villette presunte abusive abbia offerto colpi di scena anche nella sua fase iniziale. Gli agenti della Digos, sequestrarono un’area di oltre 7 mila metri quadrati perché le otto villette unifamiliari sarebbero state realizzate con concessioni ritenute illegittime. Alcuni giorni dopo la Corte di Cassazione aveva ammesso il ricorso avanzato dall’avvocato Giuseppe Scozzari, revocando il sequestro delle strutture, rimandando tutto al Riesame per un ulteriore procedimento.