Lavoro in Sicilia, meno posti per i laureati boom di assunzioni per cuochi e commesse

Di Mario Barresi / 02 Settembre 2014

CATANIA – Di fronte a una mole enciclopedica di dati alla fine bisogna fidarsi un po’ anche dell’istinto. E, con tutto il rispetto per la completezza delle migliaia di informazioni contenute nel report Excelsior-Unioncamere sui programmi occupazionali delle imprese per il 2014, ci sono due numeri che ci colpiscono più di mille altri inscatolati in grafici e tabelle.
In Sicilia, quest’anno, le aziende cercano e assumono soprattutto cuochi, camerieri, baristi e commesse (quasi 10mila), mentre continuano a ignorare i laureati, che avranno meno di 3mila posti offerti dai privati. Nella retorica – talvolta stucchevole – della fuga dei cervelli, ma anche nello scandalificio della formazione professionale, qualcuno dovrà pure pesarle queste statistiche.
 
L’indagine annuale Excelsior, realizzata da Unioncamere, mette nero su bianco la previsione di attivare 791.500 contratti di lavoro in Italia, il 6% in più rispetto a quanto previsto nel 2013. Ma sono previste circa 935.000 “uscite” (per dimissioni, pensionamenti o mancati rinnovi), quasi -7% in un anno. Il “saldo” occupazionale atteso si mantiene negativo, attorno a -144.000 unità (-250.000 nel 2013). E in Sicilia? Segno ancora negativo: attorno a -12.000 unità (contro – 22.000 dello scorso anno), il risultato della differenza tra quasi 39.900 “entrate – compresi stagionali e interinali – e oltre 51.900 “uscite” di lavoratori. «Questa riduzione – spiega il report regionale – è dovuta sostanzialmente ai contratti di lavoro dipendente (sia “stabili” che a termine) che presentano un saldo pari a – 12.930 unità; i contratti atipici attivati dovrebbero, nell’insieme, superare quelli in scadenza, +920 unità il saldo previsto». A livello settoriale, perdita più accentuata nei servizi (-6.070 unità, soprattutto in commercio e turismo) che nell’industria (-5.930, in rosso le costruzioni).
 
Ma chi, dove e come assume in Sicilia?
A dare lavoro saranno 12 imprese su 100, le altre non prevedono ingressi. I flussi in entrata saranno costituiti da quasi 10.600 assunzioni “stabili” (ossia a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato), circa 23.060 assunzioni a tempo determinato (o altre modalità a termine) e quasi 6.250 contratti atipici (somministrazione, collaborazioni a progetto e altri contratti di lavoro indipendente).
Il Sole-24Ore, nell’anticipazione di ieri dalla quale è tratto il grafico in basso, ha un altro criterio: scremare le assunzioni dagli stagionali. E i posti in Sicilia diventano 19.840, con un aumento del 7% rispetto al 2013 e un’incidenza del 28% di under 30. Considerando questi criteri la graduatoria è quella che pubblichiamo, con Palermo e Catania in testa per numero assoluto di assunti (rispettivamente 4.500 e 4.160) e con Agrigento (+46%) e Messina (+39%) caratterizzate dalla maggiore propensione delle imprese ad assumere rispetto allo scorso anno.
Noi utilizziamo invece un altro criterio, quello del report regionale di Unioncamere: le assunzioni di personale dipendente con tutti i tipi di contratto, sia stabili che a termine, al netto degli intee a quella nazionale (+9%) ».
 
Qual è l’identikit degli assunti?
«Il 25% giovani con meno di 30 anni, nel 21% dei casi candidati meno giovani e nel 54% dei casi l’età è irrilevante». È significativo che negli ultimi anni «la quota di assunzioni esplicitamente rivolte ai giovani è diminuita sensibilmente (dal 32% del 2009 all’attuale 25%), mentre è aumentata quella delle assunzioni per cui rinali; sono quindi comprese le assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale. Così i 33.650 posti in Sicilia quest’anno evidenziano «un aumento del 14% rispetto alle oltre 29.600 del 2013 (quando hanno toccato il valore più basso degli ultimi anni), senza però recuperare del tutto rispetto alle 33.550 del 2012». Un aumento «più accentuato rispetto alla media del Mezzogiorno (+8%) l’età non è importante (dal 35 al 54%). Più svantaggiare le donne in Sicilia: potranno raggiungere il 30% del totale (a fronte del 37% in Italia). Nell’Isola «al 23% dei nuovi assunti verrà richiesta un’esperienza nella professione e a un ulteriore 38% un’esperienza almeno nel settore in cui opera l’azienda».
 
Quello sul livello dei nuovi lavoratori è un dato fondamentale. «Nel 2014, in Sicilia, le assunzioni di figure high skill, ossia dirigenti, specialisti e tecnici si attesteranno a circa 4.350 unità, pari al 13% del totale, quota di 3 punti inferiore alla media nazionale. Le assunzioni di figure di livello intermedio saranno circa 14.350 (per una quota pari al 43% del totale, contro una media nazionale del 47%): di questi circa 3.140 saranno impiegati (il 9% del totale) e oltre 11.200 saranno figure tipiche del commercio e dei servizi (33%). Le restanti 14.950 assunzioni previste riguarderanno figure di livello più basso, la cui quota sarà pari al 44% (37% la media nazionale). Di questo gruppo faranno parte circa 9.550 figure operaie (il 28% del totale) e 5.400 figure generiche e non qualificate (16%).
Le professioni più richieste: i 2/3 delle assunzioni programmate è concentrata su solo sei figure. In cima «i profili intermedi tipici del turismo e della ristorazione, ossia cuochi, camerieri e baristi», con oltre 5.800 assunzioni, e «le professioni non qualificate nelle attività commerciali» (commessi e personale di vendita), con 4.050 unità. Professioni «caratterizzate da un’elevata rotazione del personale, che spesso viene assunto con un contratto a termine» per le quali «le imprese della regione non segnalano particolari problemi di reperimento».
 
L’altro aspetto è il tasso di scolarizzazione. «Delle circa 33.650 assunzioni programmate, 2.960 interesseranno persone laureate, 13.280 diplomati della scuola secondaria superiore, oltre 5.630 persone in possesso della qualifica professionale e 11.780 figure a cui non verrà richiesta una formazione scolastica specifica. Il 2014 mostra «una diminuzione della richiesta di scolarità, intesa come assunzioni di laureati e diplomati». In particolare, rimane invariata, attorno al 9%, la quota di laureati, mentre diminuisce quella dei diplomati, dal 43 al 39%.
Laureati e diplomati insieme rappresentano quindi il 48% delle assunzioni programmate, -5% rispetto alla media nazionale. «La diminuzione dell’incidenza di laureati e diplomati che si registra in Sicilia sembra aprire “spazi” a coloro che hanno conseguito una qualifica professionale (in crescita dal 15 al 17%) e a chi non ha una formazione scolastica specifica (dal 33 al 35%). E allora quali sono le armi in più per essere assunti in Sicilia?
«La capacità di lavorare in gruppo, la capacità comunicativa e la capacità di lavorare in autonomia, tutte indicate come “molto importanti” per oltre il 40% delle assunzioni programmate». Noi aggiungeremmo qualche altra caratteristica fondamentale: rassegnarsi a lavori meno qualificati rispetto al titolo di studio, accontentarsi di contratti part time o a tempo determinato, chiudere i propri sogni in un cassetto. Ma tutto questo, nello studio, non c’è scritto.
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