PALERMO – «Senza lavoro non c’è dignità, viviamo ormai in un mondo contraddistinto dall’indifferenza, ciò che deve prevalere è il bene della collettività». Ha ricordato così l’emergenza lavoro, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo nel corso della messa celebrata stamani, alla presenza dei lavoratori e dei rappresentanti del sindacato all’interno della fabbrica Tomasello a Casteldaccia, organizzata dalla Cisl.
Un momento ha detto, «per sostenere chi soffre di più soprattutto durante le festività natalizie e per stare vicino, come deve fare la chiesa, a chi non spera più». Alla messa hanno preso parte i segretari Cisl Palermo Trapani Daniela De Luca, Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e il segretario confederale Maurizio Bernava. «Abbiamo scelto di stare vicini agli oltre 50 lavoratori della Tomasello e a tutti i dipendenti delle aziende in crisi – spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani -, perché vogliamo credere che, pur in un momento cosi buio, possa esserci una possibilità di speranza, di rilancio.
Siamo veramente preoccupati, la crisi ha colpito le nostre eccellenze, marchi storici come quello del pastificio di Casteldaccia. Ci auguriamo che le trattative in corso per riaprire la fabbrica possano andare a buon fine, non possiamo accettare la lenta desertificazione che sta colpendo i nostri territori di Palermo e Trapani, vogliamo tutelare i lavoratori ma anche le principali produzioni delle nostre realtà, solo così potremo vedere una via d’uscita». Mimmo Milazzo Segretario Cisl Sicilia ha aggiunto «è importante che il settore dell’agroalimentare riparta, è una risorsa fondamentale per il sistema paese e per la nostra economia, bisogna fare di più per evitare di perdere aziende e posti di lavoro, bisogna far ripartire l’economia proprio partendo dalle nostre produzioni». Alla messa hanno partecipato le famiglie dei lavoratori del pastificio, delegazioni di operai della Keller, di Ansaldo Breda, della formazione. «Purtroppo – ha commentato Giovanni Tomasello, presidente del marchio storico -, siamo giunti alla dolorosa scelta di chiudere la fabbrica, di firmare le lettere di licenziamento, è stato un momento terribile, speriamo che il futuro riservi la possibilità di garantire i lavoratori e le loro famiglie».