L’arte è un linguaggio universale, che non conosce confini. Ma se siamo abituati ad assistere a esibizioni in luoghi chiusi, ci sono artisti che non amano gli spazi convenzionali e preferiscono esibirsi per le strade, intercettando un pubblico di passanti che si ritrova casualmente catapultato all’interno di uno spettacolo: sono i buskers. Anche Catania, anche se non ancora al livello di altre metropoli, è ricca di musicisti, pittori, giocolieri e acrobati che scelgono come palcoscenico gli angoli delle strade, soprattutto del centro storico. A metà luglio una trentina di artisti di strada si sono esibiti nelle stazioni e nei vagoni della metropolitana, riempiendo di musica e colori le gallerie di pietra lavica che percorrono i sotterranei della città per raccogliere, nei loro cappelli, fondi utili all’organizzazione del festival internazionale di rti di strada Ursino Buskers.
Tra loro, nei sotterranei della metro, c’era anche Mario La Rosa, in arte Jomario, accompagnato dalla voce e dalle percussioni di Nadia Scolaro. Jomario è un ventisettenne, laureato in Archeologia, che da parecchi anni suona la chitarra, ma solo da qualche tempo si è avvicinato all’arte di strada.
Nadia Scolaro e Jomario in metropolitana
«E’ stata una forte emozione esibirmi davanti alle persone nella metropolitana e osservare le reazioni della gente – racconta La Rosa – . Potevi osservare la ragazza felicissima di vederci o il signore che sembrava quasi infastidito, ma tutte le reazioni facevano parte del gioco. Ho potuto suonare per la prima volta dal vivo una canzone che avevo in cantina da circa un anno, scritta in Grecia e che tratta il tema del “sentirsi straniero”».
E’ proprio in Grecia, a Salonicco, durante l’esperienza Erasmus, che Mario ha iniziato a esibirsi per le strade, insieme a altri musicisti provenienti da diversi paesi del mondo. Jomario, oltre che al catanese Ursino Buskers ha partecipato anche al Ferrara Buskers Festival, l’evento buskers più importante d’Italia conosciuto a livello internazionale.
Tra le strade di Catania si può incontrare anche Giorgio Maria Laganà, 21 anni, diplomato al Liceo europeo, che si è avvicinato alla giocoleria e all’arte circense attraverso i libri.
Al quarto anno di liceo, grazie al progetto Intercultura, è stato a Gualajara, in Messico, dove ha frequentato una scuola di circo.
La giocoleria di Giorgio Maria Laganà in piazza Università a Catania
Dopo il diploma si è messo subito in gioco e ha trasformato la sua passione (e la sua abilità) in un vero e proprio lavoro, esibendosi in spettacoli privati su commissione. Se Jomario è un musicista, le esibizioni di Giorgio Maria Laganà sono di circo contemporaneo, una variante dell’arte circense nata in Francia, che prevede la fusione di varie tecniche e discipline in un unico numero. E nonostante questo genere sia molto gettonato anche nei teatri più canonici, la strada rimane comunque uno dei suoi palcoscenici privilegiati.
«Sono sia giocoliere sia clown – spiega Laganà – con la giocoleria nei miei numeri intrattengo e faccio ridere il pubblico».
Una performance che ha destato molta curiosità fra i cittadini catanesi è quella dei giocolieri ai semafori che, approfittando delle vetture ferme davanti alla luce rossa, si cimentano in un breve numero.
«Gli automobilisti possono avere numerose reazioni – racconta Laganà, che ha avuto sporadiche esperienze ai semafori – puoi trovare quello che va di fretta e ti manda al diavolo o quello che si diverte da morire e, oltre a complimentarsi, è felice di dare un contributo per il nostro lavoro».
Esibendosi ai semafori (a Catania soprattutto quelli di viale XX settembre e viale Regina Margherita) il 22enne Tommaso Mirabella è riuscito a girare molte capitali europee. Ma quella dei buskers è anche una vita impegnativa, di continuo allenamento.
Tommaso Mirabella
«Non c’è un momento preciso per allenarmi – racconta Mirabella che oltre ad essere un giocoliere è anche un abile fuochista ed un attore che si è formato nella scuola di recitazione di Lucia Sardo – può capitare alla stazione mentre aspetto un treno, o in ogni altro luogo. Mi sono appassionato alla giocoleria assistendo a un’esibizione a Parigi quando avevo 13 anni. Appena sono rientrato a Catania ho subito acquistato un diablo (una grande clessidra di origini cinesi che poggia su un codino e ruota grazie all’uso di due bacchette, nda) e da allora non ho mai smesso».